Vichi Quando era tornato alla trincea, i suoi compagni gli avevano chiesto cosa fosse successo, e lui aveva detto di essere stato ferito e di essere riuscito a fuggire… La guarigione della gamba era stata lenta e faticosa, e poco dopo la guerra era finalmente finita… Tornarono tutti a casa… Ci furono molti mesi di difficoltà e di sofferenze, ma a poco a poco le cose si erano più o meno sistemate… Friedrich aveva cercato un libro per imparare l’italiano, studiando con impegno, e quando sua madre gli chiedeva come mai volesse imparare quella lingua, la lingua del nemico, lui rispondeva che era una lingua bellissima e che doveva assolutamente fare un breve viaggio in Italia, da solo… Ma perché? Chiedeva lei, e Friedrich scuoteva il capo… Non chiedermi nulla, ti prego, devo andare da solo… E così era stato… Aveva cercato l’indirizzo della ragazza bruna, che si chiamava Elvira… Aveva bussato alla sua porta senza sapere quello che sarebbe successo, con il cuore piccolo piccolo… e adesso era davanti a lei, una bella ragazza con i capelli neri che lo guardava sorridendo… E non aveva avuto il coraggio di dirle la verità… Quel peso se lo sarebbe portato da solo sulle spalle per il resto della sua vita… Ma a Elvira aveva detto che il suo sposo Armando non aveva sofferto, che era morto con gli occhi sereni… Elvira tornò in salotto, si sedette sul divano e prese tra le sue la mano tozza di quel timido ragazzo austriaco… lo ringraziò per quello che le aveva detto, e Friedrich aveva fatto una grande fatica a non scoppiare a piangere, vedendo tra le manine di quella bella italiana bruna la mano che aveva ucciso il suo sposo… Elvira gli sorrise… “Se dio vuole la guerra è finita…” disse. Le uscì ancora una lacrima, e piangeva e sorrideva e piangeva e sorrideva. Quel ragazzo che aveva davanti aveva visto morire Armando, aveva colto nei suoi occhi l’ultima scintilla di vita… prima che il ministero le mandasse la lettera con cui le annunciavano che Armando Marchetti era caduto gloriosamente per la patria… “Io… dispiace per vostro sposo… Armando…” “Grazie… Molto gentile… Senta, adesso deve scusarmi… Stanno per arrivare i miei parenti, devo continuare a preparare il pranzo…” “Sì, scusate… Io andare… Scusate…” “No, non deve… Anzi, vuole fermarsi con noi?” “Non volere disturbare…” “Ma no, ma no… Rimanga… la prego… mi fa piacere…” “Ma voi… famiglia… io straniero…” “Venga, mi dia una mano… Aggiungiamo un posto a tavola per lei… Davvero, saranno tutti contenti… Mi creda… Venga… Non faccia complimenti…” “Posso solo avere bagno uno minuto?” “Prego, e da quella parte, la penultima porta a sinistra.” “Krazie…” Friedrich si chiude dentro e scoppiò a piangere, cercando di singhiozzare in silenzio. Non era facile, non era facile… Quando riuscì a calmarsi andò in cucina da Elvira, e si mise ad aiutarla con il capo in burrasca. I primi ad arrivare furono i genitori di Elvira, e appena si aprì la porta una bambina di quattro anni corse verso di lei… “Mamma, mamma, guarda cosa mi hanno comprato i nonni.” “Ma che bello… Saluta questo signore, si chiama Friedrich, era un amico del babbo…” Lo presentò anche ai suoi genitori, che riuscirono a malapena a mascherare il loro stupore. Uno dopo l’altro arrivarono gli altri parenti. Elvira presentò a tutti il ragazzo austriaco dicendo sempre la stessa cosa: un amico di Armando. Nessuno commentò quella stranezza, si accorgevano che Elvira era un po’ alterata e non volevano fare domande, e nemmeno riaprire vecchie ferite. Si sedettero a tavola, e Elvira volle accanto a sé lo straniero che aveva conosciuto suo marito e lo aveva visto morire. I tortellini in brodo erano buonissimi e abbondanti, tutti li presero almeno due volte, e non smettevano di fare i complimenti alla cuoca. “Mi ha aiutato Friedrich…” disse Elvira sorridendo, e quella bugia fece arrossire il ragazzo austriaco fino alla fronte. Anche lui le aveva detto una bugia, ma non era la stessa cosa. Il pranzo andava avanti con serenità, era una bella famiglia. Friedrich non faceva che piangere a denti stretti, dicendo che era colpa di un’allergia, ma quel pranzo fu il più brutto e il più bello della sua vita. Prima del dolce prese sulle sue ginocchia la bambina, Violetta, che si mise a giocare con le sue orecchie e con il suo naso. 4-fine
Cronaca"Se Dio vuole la guerra è finita". Elvira gli faceva tanta tenerezza