Alessandro Antico
Cronaca

Se l’ambiente si ribella è colpa nostra

Da questa alluvione usciamo con le stesse eredità che ci trasciniamo da qualche nubifragio in qua

Volontari in azione a Sesto Fiorentino (Foto Germogli)

Volontari in azione a Sesto Fiorentino (Foto Germogli)

Firenze, 16 marzo 2025 – Partiamo dal fondo, che poi è quello che abbiamo toccato: da questa alluvione usciamo con le stesse due eredità che ci trasciniamo da qualche nubifragio in qua. La prima: è un dato di fatto che eventi meteo di questa portata non sono più eccezionali, ma sempre più frequenti, potenti e devastanti. E chissà che cosa sarebbe successo se nel contempo avesse piovuto anche nel Casentino e l’acqua portata dall’Arno - da monte - si fosse aggiunta a quella scaricata dalla perturbazione. D’altronde la Natura (con la N maiuscola) si è sempre ripresa ciò che le è stato tolto. E non dobbiamo fargliene una colpa, perché comunque è nostra Madre (anche in questo caso usiamo la lettera maiuscola), quindi a maggior ragione dobbiamo imparare a portarle rispetto. Ma se si continua a peccare di presunzione pensando di essere più astuti di lei, soccombiamo. In poche parole: l’uomo ha responsabilità sul cambiamento climatico anche perché costruisce e produce dove non dovrebbe. Ma allora si metta in conto che i prezzi da pagare saranno più cari di quelli preventivati. Ciò vale per le alluvioni, ma anche per l’erosione marina, i terremoti, le eruzioni. E vale in tutto il mondo. La seconda eredità: dobbiamo prendere atto che, stando così le cose, l’unico modo per attenuare gli effetti negativi è attrezzarci con opere adeguate a fronteggiare le “emergenze costanti”. A questo giro è andata meno peggio: non sono stati evitati danni a tutti, è vero, ma avremmo avuto un esito nefasto se queste infrastrutture non fossero state attive, o se non fossero proprio esistite. Vale per Bilancino, vale per Pisa, vale per Livorno, dove il canale scavato intorno allo stadio e il nuovo ponte alla Rotonda hanno evitato il tragico bis del 2017. Quindi? Quindi se non siamo capaci di fermare il deterioramento del pianeta e vogliamo scherzare con acqua e fuoco, allora investiamo in sicurezza. E anche parecchio. Alternativa? Nessuna.