di Antonio Passanese
FIRENZE
"O l’Rsa o noi". Non lascia spazio a interpretazioni l’avvertimento che la comunità agostinana di Santo Spirito rivolge sia al ministero dell Difesa che al Comune di Firenze. "Se l’operazione andasse in porto, noi come agostiniani ce ne andiamo dalla città. Ci prendiamo il tempo di celebrare le funzioni per la gente e di organizzarci, ma poi salutiamo Firenze. Non vogliamo vedere rovinato un luogo che i nostri padri hanno costruito con tanto sacrificio stando qui dal 1250", dice il battagliero priore del convento e della basilica del Brunelleschi, padre Giuseppe Pagano (nella foto) che da quasi un anno guida la crociata contro la trasformazione dell’ex Distretto militare dell’Oltrarno in una residenza di lusso per la terza età.
"Avere un luogo con anziani o con funzione di albergo intorno al nostro chiostro e intorno alle nostre stanze sarebbe invivibile – continua il frate – Riconsegneremo tutto a chi appartiene, anche se ci piange il cuore". Padre Pagano si oppone al progetto della società Fastpol di realizzare una Rsa negli spazi che per più di un secolo sono stati in uso all’Esercito, che poi lo ha trasformato in un Centro documentale. "Siamo preoccupati – aggiunge – che la presenza di una tale struttura possa disturbare il silenzio di un convento. Finora c’erano i militari ma da parte loro c’era molta attenzione. E l’altro aspetto, ancora più grave, è che temiamo che possa essere rovinato un monumento del 1500". Il priore critica il Comune di Firenze per la scarsa trasparenza sull’operazione.
"Tra Demanio, Difesa e Comune – esprime i suoi dubbi – non è ben chiaro di chi sia oggi la proprietà. Sono aspetti che cerchiamo di capire con i nostri tecnici, ma non ci viene dato accesso agli atti. In una situazione così complicata non si capisce come abbia fatto questa società, la Fastpol, ad avere tutto così facilmente". L’obiettivo dei frati agostiniani invece è di riunificare gli ambienti e farne un grande centro religioso, spirituale e culturale. "Noi – continua il priore – non faremmo certo una speculazione se questi spazi potessero ampliare il nostro percorso museale e in parte diventare luogo dove insegnare ai giovani i mestieri e le arti che stanno scomparendo".
Padre Giuseppe quindi si rivolge "al sindaco Nardella, all’amico Matteo Renzi: perché non intervenite per aiutarci? Dite che la palla è passata al ministero della Difesa ma so che il Comune può aiutarci in qualche modo, dovrà dare dei permessi per i lavori e manca ancora l’ok della sovrintendenza. Dateci un pò di considerazione. Il sindaco non è mai venuto a incontrarci e ad ascoltare le nostre ragioni".