"Seconda generazione Skinhead", un fiorentino nella rete

Un gruppo Whatsapp chiamato "Seconda generazione Skinhead" coinvolge dieci ragazzi, tra cui un 16enne fiorentino, in atti di propaganda e istigazione alla discriminazione razziale. Le perquisizioni della polizia in varie città italiane cercano prove e armi legate all'ideologia nazista e fascista.

"Seconda generazione Skinhead", un fiorentino nella rete

Armi e vessilli nazisti sequestrati durante le perquisizioni

C’e anche un 16enne fiorentino nella rete di "Seconda generazione Skinhead", il nome del gruppo Whatsapp che univa i dieci ragazzi, due maggiorenni e otto minorenni, indagati per propaganda e istigazione a delinquere per motivi di discriminazione razziale etnica e religiosa.

Una chat in cui "vengono postati contenuti nazionalsocialisti, suprematisti, razzisti ed antisemiti e vi sono continui incitamenti alla discriminazione ed alla violenza per motivi razziali ed etnici, con esplicita istigazione al compimento di atti di violenza nei confronti di appartenenti a gruppi etnici solitamente osteggiati dall’ideologia nazionalsocialista" si legge nel decreto di perquisizione della procura di Milano. Le perquisizioni, anche su delega della procura per i Minorenni, sono state eseguite dalla polizia, con l’ausilio delle Digos, a Torino, Roma, Firenze, Venezia, Novara, Ravenna, Biella. L’indagine della Digos di Milano nasce dall’arresto del 19 marzo di un minorenne di origine ucraina arrestato per diverse aggressioni in metropolitana. Aggressioni in cui prima mostrava la svastica tatuata sul petto ed esaltava il regime fascista esclamando "i fascisti sono tornati". Le perquisizioni sono state eseguite per accertare "le responsabilità e la rete relazionale degli indagati, altresì armi, materiale cartaceo di propaganda nazista, fascista o razzista, vessilli, simboli e altro materiale di interesse investigativo".