Rabbia perché si sperava che qualcosa cambiasse e invece niente è variato. È il sentimento di un gruppo di cittadini del quartiere 5 che usufruisce dei servizi del Serd insieme ai propri familiari e che si è fatto sentire per chiedere chiarezza: "Il nostro serd di riferimento - spiega Antonella Falorni, del gruppo dei familiari che ha inviato una lettera inviata a Società della Salute, Asl Toscana Centro, Comune di Firenze – era situato presso villa Basilewsky, poi venduta a un privato. E già questo fatto è incomprensibile in quanto la villa era stata donata all’amministrazione pubblica per essere utilizzata a fini sanitari e sociali. Ci chiediamo inoltre perché la Asl non abbia pensato ad un altro luogo dove situare questo importante servizio prima della vendita, visto che era prevista da alcuni anni. Dal 20 giugno i due servizi Serd e Alcologia dell’Unità funzionale semplice Serd di via Lorenzo il Magnifico sono stati trasferiti ‘temporaneamente’ nei locali di Borgo Pinti. Ci fu detto che questa decisione era stata presa in attesa del trasferimento in via Mariti. In un anno niente è cambiato. Abbiamo poi inviato la lettera lo scorso 25 giugno ma nessuno ci ha risposto. Non vorrei che la scelta provvisoria fosse in realtà definitiva, sarebbe un grande problema".
I familiari, nella lettera, hanno spiegato che nella struttura di Borgo Pinti "mancano stanze e strutture adeguate alle necessità del servizio. Manca la sicurezza per il personale e gli utenti, lo stesso personale è insufficiente. Non c’è un parcheggio interno e la zona è decentrata rispetto al quartiere 5". "Due settimane fa – ha ricordato Falorni – è caduto anche un intonaco in Borgo Pinti, aspetto che fa capire quanto la struttura provvisoria non sia così sicura. Le stanze poi sono piccole, è un problema intervenire anche per i medici. Da un anno aspettiamo risposte, 12 mesi fa sembrava tutto fatto per la sede di via Mariti e invece siamo ancora qui".
E la delusione è forte "Negli ultimi mesi – si legge nella lettera – sentire che vengono aumentate le spese militari anziché gli investimenti per la salute pubblica ci addolora e ci fa molta rabbia. I nostri familiari, purtroppo, sono malati e hanno necessità e diritto di essere curati al meglio possibile". "Abbiamo coinvolto anche il direttore generale dell’Asl Toscana Centro Paolo Morello Marchese – ha concluso Falorni – e il direttore sanitario dell’Asl Toscana Centro Emanuele Gori. Speriamo che qualcuno batta un colpo".
Niccolò Gramigni