REDAZIONE FIRENZE

"Senza targa è molto più bella": Lamborghini ‘sequestrata’

Fermo amministrativo all’auto di un imprenditore. Multati venti ‘portoghesi’. Denunciati 2 giovani con false tessere di accredito

Lo spettacolo di una Lamborghini fiammante da esibire con malcelato orgoglio, specie se il giretto panoramico è in occasione del GP di Formula Uno al Mugello. Il proprietario, un imprenditore edile e immobiliare di 46 anni, operativo a Campi e nel resto della Piana fiorentina, si è però ‘dimenticata’ la targa anteriore. I poliziotti di una pattuglia dell’Ufficio Prevenzione Generale e Soccorso Pubblico hanno fermato la Lamorghini che il proprietario (con regolari tagliandi di ingresso al gran premio) stava guidando sul viale dell’Autodromo in prossimità di uno dei parcheggi. Hanno chiesto conto all’uomo della circostanza e sembra che lui abbia risposto sì, la targa non c’è, è per una questione estetica, di linea della macchina. E così l’ha sganciata, ammesso che l’abbia mai tenuta riponendola nel bagagliaio, almeno si presume. L’infrazione però non si ‘risolve’ più con la "semplice" contravvenzione (quasi 250 euro nel caso specifico): scatta il fermo amministrativo del veicolo come è accaduto a Scarperia. Fermo che può durare fino a tre mesi, utilizzato anche come sanzione accessoria per violazioni al Codice della Strada. Comporta il divieto di utilizzo del mezzo fino all’estinzione del debito e alla cancellazione del fermo. L’auto non può circolare, se il proprietario lo fa rischia una sanzione salatissima, tra 776 e 3111 euro, con confisca del mezzo.

Al Mugello la polizia è intervenuta anche per fermare non meno di venti persone – 16 italiani e 4 tedeschi – che avevano sscavalcata, o stavano per saltare, la recinzione esterna richiamati dal fascino dei motori di Formula Uno. Tanto più se a gratis. A sbafo. I portoghesi – tra i venti e i cinquantasei anni, perché il rombo dei motori è transgenerazionale – sono stati sanzionati a livello amministrativo, multe da 103 a 526 euro.

E altri due giovani, di venti e venticinque anni, un veneto e un lombardo, sono stati denunciati perché si sono presentati all’ingresso ‘muniti’ di tesserini di riconoscimento con foto e generalità esatte. Ma, in sostanza, artefatti: non erano accrediti veri, insomma. Nei confronti di questi due soggetti è scattata una denuncia per il reato di contraffazione delle impronte di una pubblica autenticazione o certificazione e uso della cosa contraffatta.

g.sp.