Firenze, 12 giugno 2023 – Tre milioni e 200mila euro di sequestro preventivo: lo ha eseguito stamani la Guardia di Finanza di Firenze eseguendo un decreto di sequestro preventivo – emesso dal giudice per le indagini preliminari di Firenze su richiesta della Procura – su denaro e beni materiali. L’ipotesi di reato è frode fiscale legata a evasione dell’Iva e occultamento di scritture contabili da parte di una società fiorentina operante nel settore della moda e di 21 ditte individuali di proprietà di imprenditori cinesi.
L’indagine è nata da un controllo fiscale dei finanzieri del Nucleo di polizia economico-finanziaria di Firenze nei confronti di una nota maison di moda, controllo che voleva accertare il possesso dei requisiti per l’accesso a un finanziamento Covid-19 garantito dallo Stato pari a 3 milioni di euro. Nel corso dell’indagine è emerso che la società si sarebbe avvalsa di una rete di imprese chiamate “apri e chiudi”, caratterizzate da una vita operativa molto breve e ingenti debiti non onorati con il Fisco e gli istituti previdenziali, riconducibili a imprenditori cinesi.
La “collaborazione”, secondo le prime risultanze investigative, avrebbe consentito alla società di risparmiare sui costi di produzione e di confezionamento dei capi di abbigliamento e degli accessori di moda, in quanto esternalizzava queste fasi alle ditte cinesi le quali, non versando imposte e contributi, risultavano molto più competitive sul mercato di riferimento. Secondo le indagini la maison fiorentina sarebbe stata consapevole della frode fiscale in atto: infatti in alcuni casi avrebbe utilizzato fatture inesistenti poiché provenienti da soggetti (le ditte cinesi “apri e chiudi”) diversi dal reale fornitore, in altri casi la stessa società di moda avrebbe predisposto ed emesso le fatture al posto delle ditte fornitrici, risultate prive di una vera e propria struttura organizzativa, con le quali aveva stipulato generici contratti di sub-fornitura che, secondo l’ipotesi sinora emersa, sarebbero stati volti a schermare il sottostante reale rapporto di dipendenza lavorativa delle maestranze cinesi.
Sono stati denunciati gli amministratori, i membri del consiglio di amministrazione e il responsabile della produzione della casa di moda per i reati di utilizzo ed emissione di fatture false, procedendo al sequestro di oltre 2,6 milioni di euro. Sono stati denunciati inoltre anche i titolari di diritto e di fatto della rete di ditte cinesi, per aver emesso le fatture false e aver occultato la contabilità. Nei loro confronti è in corso di esecuzione il sequestro, finalizzato alla confisca diretta e per equivalente, di denaro e beni per circa 550 mila euro.