TERESA SCARCELLA
TERESA SCARCELLA
Cronaca

"Serve l’unità cinofila. Tutto fermo da un anno. Nessuno ci ascolta"

L’appello per prevenire ingressi illegali .

L’istituzione di un’unità cinofila della polizia penitenziaria, è tra le richieste avanzate dal Sappe per il carcere di Sollicciano

L’istituzione di un’unità cinofila della polizia penitenziaria, è tra le richieste avanzate dal Sappe per il carcere di Sollicciano

È da tempo che gli agenti di polizia penitenziaria chiedono che venga attivata l’unità cinofila all’interno del carcere di Sollicciano e negli altri istituti regionali. La Toscana è tra quelle attualmente sfornite. La richiesta nasce dalle evidenti difficoltà nell’impedire che la droga entri in carcere, a maggior ragione dopo che le vecchie ispezioni corporali sono entrate in contrasto con la tutela della dignità umana. "Da tempo chiediamo l’istituzione di un reparto cinofili che possa aiutare a prevenire l’introduzione all’interno dell’Istituto di sostanze non consentite. Allo stato, seppur sono state espletate tutte le procedure per la selezione del personale, è da circa un anno che queste unità sono in attesa di essere convocate per il corso di formazione - spiega il segretario regionale del Sappe, Francesco Oliviero - Pertanto, si richiede per l’ennesima volta, un intervento risolutivo sulla questione dell’Istituto fiorentino e una presa di posizione certa da parte dell’amministrazione penitenziaria centrale che dia dignità lavorativa a tutto il personale che presta servizio con spirito di abnegazione ed enormi sacrifici".

A quanto ne sa il sindacato, era tutto pronto. Erano stati selezionati i cani, individuata l’area per loro e per gli uffici, attivate le procedure per il bando di selezione e c’erano persino gli agenti pronti a entrare in servizio. L’unica cosa che manca, a questo punto, sarebbe il corso di formazione per la qualifica, che deve essere organizzato a livello nazionale. L’inghippo? Potrebbe essere una questione di priorità e di sistema gerarchico. Gli agenti cinofili da poco diventati ispettori, sono chiamati a dover fare un corso di formazione per il nuovo ruolo. L’amministrazione, quindi, dovrebbe prima provvedere alla loro formazione, per poi passare ai più bassi in grado, ovvero alle new entry.

"È oramai continua l’azione di contrasto per l’introduzione, la detenzione e l’uso di telefoni cellulari e droga in carcere che vede quotidianamente impegnati gli uomini e le donne del corpo di polizia penitenziaria. È un fenomeno sempre più in crescita di quello dei tentativi di introduzione di sostanze stupefacenti a livello nazionale negli Istituti di pena che di materiale atto alle comunicazioni, come i telefonini - aggiunge Donato Capece, il segretario generale del Sappe - Per questo è fondamentale che le istituzioni raccolgano nuovamente il nostro appello: investite nella sicurezza per avere carceri più sicure. Questo vale per Sollicciano ma anche per tutte le altre strutture detentive toscane. Il corpo di polizia penitenziaria ha dimostrato, negli anni, non soltanto di costituire un grande baluardo nella difesa della società contro la criminalità, ma ha anche dimostrato di avere in sé tutti i numeri, le capacità, le risorse, gli strumenti per impegnarsi ancora di più nella lotta contro la criminalità, per impegnarsi non soltanto dentro il carcere, ma anche fuori dal carcere".

Te.Sca.