
Sollicciano è tra i 32 istituti ad aver accolto la direttiva del Dap (foto d’archivio)
"Sono avvilenti. Fatte apposta per scoraggiare". Non le manda a dire il garante regionale dei detenuti, Giuseppe Fanfani, commentando le linee guida diffuse dal Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria sul diritto alla sessualità dietro le sbarre. Le regole, secondo Fanfani, nascono sbagliate. "La Corte Costituzionale aveva dato alla questione un senso profondo di umanità - spiega il garante -. Poi c’è stata una resistenza da parte del Dap, ma anche dalla politica. E di fronte all’impossibilità oggettiva di dire no, è venuta fuori questa circolare, che confonde l’affettività con la sessualità".
Lo si evince fin dalla descrizione delle stanze adibite allo scopo: arredate solo di letto e servizio igienico. "Un postribolo ai tempi della prima guerra mondiale" commenta Fanfani. Altro indizio, il tempo a disposizione: due ore al massimo. "Può essere definita affettività? - si chiede -. Avevo immaginato una condivisione più ampia, con i propri cari (amici, figli etc..) in un ambiente più confortevole, più decoroso". E poi, ancora, la regola secondo cui le pulizie spettano ad altri detenuti, o che sono il compagno o la compagna della persona detenuta a dover portare la biancheria da casa. "Questa regola è ridicola - sempre Fanfani - oltre che umiliante. Non dimentichiamo che fuori dalla stanza ci sono agenti e telecamere. Diventerebbe una passeggiata della vergogna".
Spazi, tra l’altro, che Sollicciano giurerebbe di avere. Quello fiorentino è infatti tra i pochi istituti ad aver accolto la direttiva. "Che abbia gli spazi è possibile, che siano adeguati ho forti dubbi - conclude il garante - di sicuro lì non avrebbero bisogno del bagno con la doccia, visto che piove dentro".
Dall’altra parte i magistrati rimandano al mittente, ovvero al ministro Nordio, le responsabilità sul sovraffollamento carcerario. "Puntando il dito contro i magistrati si elude il dato centrale - sostiene la giunta esecutiva della sezione Toscana dell’Associazione nazionale magistrati - ovvero che provvedere alla dotazione dei mezzi necessari al buon funzionamento del sistema penitenziario è compito e responsabilità dell’esecutivo e, segnatamente, del ministro".
Teresa Scarcella