
Sete di esperimenti creativi Il rap di Mezzosangue al Tuscany
di Giovanni Ballerini
"Ho scelto di partire da Firenze perché è una città a cui sono molto legato e in un prossimo futuro vorrei venirci a stare. Venendo dalla periferia di Roma, sento Firenze a livello artistico molto vicina al centro della mia città, ma più a dimensione d’uomo, più accessibile e meravigliosa, solo qui poteva avvenire il Rinascimento". Inizia oggi alle 21 al Tuscany Hall il tour nei club di Mezzosangue, il rapper capitolino mascherato, classe 1991, che in realtà si chiama Luca Ferrazzi, presenta per la prima volta dal vivo l’album "Sete" con uno show all’insegna della creatività, del sincretismo e dell’ibridazione attiva fra le arti.
Luca, come ha organizzato il live?
"Continuando il mio percorso sperimentale nella musica con un concerto immersivo in cui ci saranno diversi elementi che entrano sul palco. Ci saranno proiezioni, i visual di Stefano Di Buduo, musica, ma anche dialoghi e persino le performance di un corpo di ballo. Abbiamo cercato di costruire un’esperienza, dall’inizio alla fine, a livello visivo e interiore".
Quanti musicisti sul palco?
"Io alla voce, Luca Martelli alla batteria, Daniele Giuilli alle chitarre e alle tastiere, ma come dicevo sarà uno show molto dinamico e sperimentale".
Avrà ancora il passamontagna a celarle il volto?
"E’ la mia maschera, che in questo live, diviso in tre atti, saranno tre diverse a sottolineare le tre fasi distinte della mia carriera musicale. Un percorso su tre elementi: aria, terra e acqua, per inquadrare lo spettacolo".
Che, come il disco fa riferimento alla società liquida di Zygmunt Baumann?
"E’ un concept, come l’album che indaga un argomento che mi interessa molto come la società liquida: sottolinea come in questo periodo storico tutto si mischia. Ho deciso di non vedere questa liquidità in negativo, ma come una cosa propedeutica. Del resto lo sviluppo dell’arte a Firenze è stata possibile solo in quel periodo storico: tutto quello che è difficile da indirizzare trova una via e può uscire solo il bello, come ha fatto nel Rinascimento".