REDAZIONE FIRENZE

Sette anni senza Niccolò. Il dolore poi la rabbia. Il papà: "È un’ingiustizia. Trovate il suo assassino"

Il padre accusa le autorità di non impegnarsi nelle ricerche del ceceno. Il Comune di Scandicci: "Cicatrice sempre aperta nella nostra società".

Il padre accusa le autorità di non impegnarsi nelle ricerche del ceceno. Il Comune di Scandicci: "Cicatrice sempre aperta nella nostra società".

Il padre accusa le autorità di non impegnarsi nelle ricerche del ceceno. Il Comune di Scandicci: "Cicatrice sempre aperta nella nostra società".

Firenze non dimentica Niccolò Ciatti. Tantomeno lo fa la sua Scandicci. Nella notte tra l’11 e il 12 agosto 2017, ormai sette anni fa, Niccolò venne ucciso in un brutale pestaggio dentro la discoteca St. Trop a Lloret de Mar, in Spagna. Aveva 22 anni, era in vacanza con gli amici e si stava godendo l’ultima sera prima del rientro. Nel locale c’era una festa per italiani, ma a tarda notte la situazione degenerò. I ragazzi concordarono di andarsene ma non fecero in tempo: Niccolò si trovò di fronte a tre giovani ceceni con voglia di menare le mani. Cadde a terra dopo aver ricevuto un calcio letale da uno di loro, Rassoul Bissoultanov, lottatore di Mma ed esperto di arti marziali.

Il papà Luigi, la mamma Cinzia e la sorella di Niccolò corsero in Spagna, ma non ci fu niente da fare. E da allora continuano a comparire striscioni che chiedono "Giustizia per Niccolò Ciatti".

La stessa giustizia che invoca la famiglia, visto che l’assassino è a piede libero pur essendo stato condannato con sentenza definitiva a 23 anni di carcere. Una storia sulla quale pesa la decisione della corte di Assise di Romache, nel 2021, decise di scarcerare Bissoultanov, ritenendo fondato il difetto di procedibilità per il quale si doveva annullare la custodia cautelare in carcere del ceceno, che non era su territorio italiano quando era stata emessa la misura. A poco è servito poi l’annullamento di questo atto dalla Cassazione. Bissoultanov è sparito.

"La sentenza della Cassazione certifica che la scarcerazione è avvenuta erroneamente – dichiara Luigi Ciatti – oltretutto senza tenere conto del fatto che noi familiari non fossimo stati avvisati. Viviamo con un senso forte di ingiustizia. La vera condanna l’ha avuta Niccolò e noi non possiamo arrenderci al fatto che il suo assassino sia libero. Probabilmente c’è chi lo copre e gli dà la possibilità di restare latitante: ma al processo, in Spagna, c’erano i suoi familiari e amici. È una persona con molte relazioni: credo che se davvero si volesse, si potrebbe trovare. Invece sappiamo solo che è nella lista dell’Interpol, ma non abbiamo aggiornamenti su un’effettiva ricerca".

Resta forte, intanto, l’affetto della città. "L’ex sindaco di Scandicci, Fallani – continua Luigi Ciatti – prima di finire il suo mandato, ha voluto dedicare un giardino a Niccolò, nell’area in cui giocava da piccolo. Anche la sindaca Sereni ci è molto vicina. Gli amici continuano a ricordarlo e a mettere striscioni. Passano gli anni, ma sentiamo tante persone accanto".

Ieri, il Comune di Scandicci, ha rinnovato il ricordo: "La scomparsa di Niccolò ha lasciato per sempre una cicatrice nella comunità. Oggi e tutti i giorni lo ricordiamo, esprimendo vicinanza alla famiglia affinché sia finalmente fatta giustizia. L’assassino è stato condannato a 23 anni di carcere, ma su di lui pende ancora un mandato di cattura internazionale. Per questo, Scandicci non dimentica, continuando a tenere accesa a luce sulla vicenda di Niccolò".