TITTI GIULIANI FOTI
Cronaca

Sgarbi e Caravaggio. L’arte arriva in musica

Il critico d'arte spiegherà al pubblico dell'Obihall uno dei massimi pittori del Cinquecento

Vittorio Sgarbi (Olycom)

Firenze, 23 marzo 2016 - «Lo dicevo già trent’anni fa e adesso lo dimostro con le immagini. I giovani plebei ritratti da Caravaggio, come Il suonatore di Liuto, il Bacchino Malato, sono gli stessi ragazzi di strada dei racconti e dei film di Pasolini. L’uno e l’altro non hanno distinto la loro vita dalla loro arte». Vittorio Sgarbi spiega così uno dei massimi artisti del Cinquecento che racconterà al pubblico all’Obihall stasera alle 21, e a grandissima richiesta in replica lunedì 2 maggio.

Quasi un tournèe per l’affabulatore critico imprevedibile e mai banale Sgarbi che racconterà dal palcoscenico di un teatro il pittore della realtà con cui la vita diventa arte e i truffatori, malati e peccatori sono i veri protagonisti delle sue opere. «Caravaggio – ci spiega Sgarbi – è doppiamente contemporaneo. È contemporaneo perché c’è, perché viviamo contemporaneamente alle sue opere che continuano a vivere. Ed è contemporaneo perché la sensibilità del nostro tempo gli ha restituito tutti i significati e l’importanza della sua opera.

Non sono stati il Settecento o l’Ottocento a capire Caravaggio, ma il nostro Novecento. Caravaggio – continua – viene riscoperto in un’epoca improntata ai valori della realtà, del popolo, della lotta di classe. Ogni secolo sceglie i propri artisti. E questo garantisce un’attualizzazione, un’interpretazione di artisti che appartengono al tempo che li capisce, che li interpreta, che li sente contemporanei. Tra questi, nessuno è più vicino a noi, alle nostre paure, ai nostri stupori, alle nostre emozioni, di quanto non sia Caravaggio». Una lezione a teatro – consigliata a tutti – della durata di circa due ore che ha la regia di Angelo Generali. In scena anche un musicista, Valentino Corvino, e il visual artist, Tommaso Arosio. Insieme hanno voluto ricostruire anche la musica di Caravaggio. «Perchè – conclude il ciritico – nei suoi quadri ci sono spesso spartiti e strumenti. Musica vista e mai ascoltata. Abbiamo voluto suonarla, è bellissima». Da non perdere.