
Domani pomeriggio a Palazzo Medici Riccardi l’incontro con l’autrice di ’Noi, i salvati’
È una caso letterario ‘Noi, i salvati’ di Jacqueline Goldberg, scrittrice venezuelana, di padre ebreo, nata a Maracaibo nel 1966, figlia di una coppia tra 120 sopravvissuti alla Shoah e riparati nel paese sudamericano. Il suo libro, tradotto da Flavio Fiorani ed edito da Valigie Rosse, sarà presentato domani alle 17 nella Sala Pistelli di Palazzo Medici Riccard (ingresso da via Cavour 9), a cura della Fondazione Ambron Castiglioni e della Città Metropolitana di Firenze.
È una Spoon River dei rinati che parlano anche a nome di chi non ce l’ha fatta; riecheggiando Primo Levi, sono i salvati che parlano per i sommersi, e lo fanno in forma di poesia, per dire con efficacia cos’è la vita sull’orlo del precipizio: "Mi hanno chiesto se avevo il passaporto / ho risposto di sì. / Le compagne del gruppo / temevano che i soldati capissero / che tutto quel che dicevo erano bugie. / Gli ho spiegato / ‘ci ammazzeranno una sola volta, / non possono ammazzarci due volte’". La ‘poesia documentale’ di Jacqueline Goldberg è quindi un nuovo modo di fare memoria: il ricordo dell’offesa è consegnato al tempo dell’oggi come un corpo vivo, artistico e creativo e il testimone si appropria di una nuova capacità di raccontare.
Il libro attinge all’archivio delle interviste audiovisive conservate presso la Usc Shoah Foundation creata dal regista Steven Spielberg ed esprime quello che è stato definito un senso di "poesia documentale". L’iniziativa prevede un saluto introduttivo di Claudia Sereni (per la Metrocittà) e Alberto Boralevi (Fondazione Ambron Castiglioni); partecipano l’autrice Jacqueline Goldberg, Marta Baiardi, Michele Brancale, Flavio Fiorani e Valerio Nardoni.