di Pier Francesco Nesti
Ventimila euro di risarcimento più il pagamento delle spese mediche: è questa la decisione del tribunale di Firenze, con sentenza di pochi giorni fa, presa nei confronti di una società sportiva campigiana. I fatti risalgono al novembre del 2020 quando un bambino, che all’epoca aveva 6 anni, stava facendo un allenamento di prova nell’ambito di un corso di avviamento all’atletica leggera. Una sera come tante altre, piena di spensieratezza come può esserlo per un bambino di quell’età. Quando "nell’eseguire un esercizio di corsa, aveva inciampato in una cordicella apposta per delimitare gli spazi assegnati a ciascun allievo, cordicella difficilmente avvistabile, nell’ora serale, per la scarsa illuminazione della struttura e per il fondo erboso del campo di allenamento". Per assicurare infatti il distanziamento richiesto dalla normativa anti-Covid, allora in vigore, la società in questione aveva suddiviso il campo in vari rettangoli, ciascuno dei quali riservato a un singolo allievo e delimitato con una cordicella di colore neutro.
L’esercizio di corsa all’interno di uno spazio così ristretto, tuttavia, "rendeva prevedibile l’infortunio". Il ghiaccio, le lacrime, la corsa all’ospedale Meyer dove venne diagnosticato che "nello slancio della corsa aveva inciampato nella cordicella, cadendo rovinosamente a terra e riportando la frattura dell’avambraccio sinistro, con guarigione clinica certificata in data 13 settembre 2021 e residuati postumi in misura del 6-7%".
Frattura che ha comportato due interventi chirurgici e, sempre da sentenza, "un arto immobilizzato per oltre quattro mesi con conseguente difficoltà nello svolgimento delle attività quotidiane, anche in considerazione della tenera età del bambino". Da qui la decisione dei genitori di andare per vie legali, tutelati dall’avvocato Andrea Vaiani, e richiedere un risarcimento per lesioni personali.