SANDRO
Cronaca

Siamo assediati. Dobbiamo prenderne atto

In questo articolo si parla del senso di insicurezza che pervade Firenze, con episodi di violenza, furti e vandalismo che accadono in pieno giorno. Si sottolinea come l'indifferenza e l'autodifesa siano diventati una prassi, e come sia necessario un intervento rapido delle forze dell'ordine per contrastare questo degrado.

Rogari

Ero un bambino della seconda elementare quando ho iniziato ad andare a scuola da solo. Abitavo in via Orcagna e per raggiungere la scuola Giotto dovevo superare tre incroci. La strada era facile e la distanza di 6700 metri. Avevo appena otto anni e la mamma, che mi aveva accompagnato per tutta la prima elementare, era convinta che non corressi alcun pericolo. Lo ricordo perché sembra di raccontare di una Firenze sognata. Quale mamma si azzarderebbe oggi? Certo non lo farebbe per il traffico che allora, agli albori del boom, era minimo. Ma non lo farebbe ancor più per altro: per quel senso di pericolo che ci pervade e che ci induce ad essere guardinghi con noi stessi e ancor più a proteggere i più piccoli. Perché purtroppo è un dato di fatto: viviamo nella insicurezza. Né è più sufficiente individuare e scansare alcune aree considerate a maggior rischio. Nelle cronache leggiamo di scippi e rapine in pieno giorno. In più, a peggiorare il clima, l’autodifesa sembra nutrirsi dell’indifferenza. È accaduto di recente in pieno centro, in via Orti Oricellari, dove un anziano aggredito e buttato a terra non ha trovato la solidarietà dei passanti. Ci stiamo ripiegando sul nostro “particulare”, per dirla con Guicciardini, per scansare il pericolo e mancare ai doveri di solidarietà verso il prossimo? Voglio pensare che non sia così. Voglio pensare che ci sia una Firenze migliore che reagisce. Però prendiamo atto che siamo assediati. I furti e le spaccate delle vetrine con il tombino, un crimine banale e alla portata di “tutti”, sono divenuti una prassi reiterata. Né raccontiamo delle centinaia di auto o di motorini che di notte, ma anche di giorno, vengono danneggiati: così, senza un vantaggio, ma solo per dispregio delle cose altrui. Il che, a ben pensarci, significa dispregio del lavoro altrui. Di questo non si parla perché nessuno denuncia. Poi, appartiene alla cronaca quotidiana l’aggressione a donne sole che hanno il solo torto di doversi muovere per lavoro in orari sfalsati rispetto ai grandi flussi. Non so proporre rimedio a questo degrado se non una vigilanza capillare a distanza che permetta l’intervento rapido delle forze dell’ordine.