Rocco Siffredi torna a Firenze per una prima. E stavolta è il protagonista principale di uno spettacolo teatrale, ‘Siffredi racconta Rocco’ il titolo, prodotto da Paolo Ruffini, nel quale racconterà in prima persone la sua vita e la sua carriera.
Siffredi lei a Firenze è quasi di casa.
"La città mi piace molto, mi piace l’atmosfera. E poi nel 1992 ci ho girato un film ’Wild Attraction’ per la regia di Alessandro Perrella; la coprotagonista era Raven, un’attrice americana bellissima. In tantissime scene ci sono i panorami di Firenze, nella chiusa del film mi affaccio anche dal campanile di Giotto. Tuttavia non ci sono set hard da tempo anche se non mi dispiacerebbe portarci una sessione della mia Academy".
Stavolta però è in città per la prima nazionale del suo spettacolo.
"Vero, il 18 ottobre alle 21 al teatro Cartiere Carrara, mi presenterò in questa nuova veste. A parte una leggera ansia da prestazione, non vedo l’ora. Sarà un racconto leggero divertente, e penso che sarà piacevole presentare anche i momenti divertenti della mia carriera. Con leggerezza".
Nella serie di Netflix usciva un Siffredi un po’ più conflittuale
"È esatto, la serie aveva un’atmosfera più cupa, faceva trasparire la sofferenza. Ma la mia vita non è solo quello; la sofferenza è uscita fuori con la maturità, per la difficoltà a gestire Siffredi con Rocco, soprattutto in famiglia. In trent’anni sui set però ci sono stati momenti di divertimento e ci sono gran ricordi. Parlerò soprattutto di quelli".
Sul palco ci sarà anche sua moglie, che effetto le fa?
"Rózsa sale sul palco a causa di un battibecco che abbiamo avuto durante la scrittura dello spettacolo. Lei non era convinta su un passaggio, a quel punto le ho detto: ‘allora vai sul palco e raccontalo tu’. Così sarà lei a dire cosa vuol dire vivere con me".
Nel suo mondo dicono ci sia qualcuno che sta tremando.
"Sul palco racconterò la verità. E so che qualcuno storcerà il naso. Ma io son fatto così, non avrebbe senso mettere in piedi uno spettacolo e non dire la verità".
Come è cambiato il mondo del porno dai suoi inizi?
"Totalmente. La sessualità vissuta e percepita è lo specchio della società. Oggi non c’è più il senso dell’umanità, c’è il distacco. I ragazzi si connettono attraverso i telefonini, addirittura in diversi usano il telefonino sui set. Io invece ho fatto porno per la libertà di essere me stesso ed è stato bellissimo averlo potuto fare, senza però mai dimenticare il rispetto per la libertà degli altri!".
Fabrizio Morviducci