di Stefano Brogioni
FIRENZE
Il consolato onorario di Israele, la sinagoga di via Farini, una scuola frequentata da studenti di origine ebraica. Sono questi i principali obiettivi sensibili presenti in città che da sabato, dopo gli attacchi di Hamas, avranno una vigilanza innalzata. L’incremento della sorveglianza è stato deciso in un summit in prefettura, coordinato dal prefetto Francesca Ferrandino, proseguito poi in questura per la fase organizzativa. Un briefing a cui hanno partecipato tutte le forze dell’ordine attive in città, oltre al console onorario di Israele, il presidente della Comunità ebraica di Firenze e il responsabile alla sicurezza della Comunità ebraica di Firenze.
"Paura? Non per noi, qui, ma sono molto preoccupato per quello che vediamo a Israele, dove abbiamo parenti e amici", dichiara il presidente della Comunità ebraica di Firenze Enrico Fink. "A Firenze il clima è disteso - prosegue - c’è massima collaborazione fra le comunità religiose, qui da noi viviamo una realtà ben diversa, fatta di pace, convivenza, dialogo. L’obiettivo di Hamas è quello di rimettere indietro le lancette e annullare gli sforzi di pace che si stavano facendo".
Il crudo inasprimento del conflitto israelo-palestinese è stato uno dei temi trattati al summit delle grandi città in corso a Istanbul, dove la città di Firenze è rappresentata dal sindaco Dario Nardella, che ha avuto un colloquio anche con il sindaco di Tel Aviv, Ron Huldai.
"Non possiamo assistere attoniti a quello che sta accadendo, non possiamo limitarci a esprimere sdegno e solidarietà. Serve subito - ha detto Nardella - un impegno di tutti i sindaci delle grandi città del mondo per evitare una vera e propria guerra in Israele".
Oltre all’appello per la pace in Israele, nel suo intervento il sindaco Nardella ha ripercorso il suo impegno nel ruolo di presidente di Eurocities, in particolare per la ricostruzione delle città ucraine distrutte dalla guerra ancora in corso. Nardella martedì sarà a Bruxelles al Comitato delle Regioni come relatore su questa iniziativa.
"Lavorare in rete, per le città, è fondamentale - ha aggiunto - non solo per le azioni coordinate di pace e cooperazione, ma anche per affrontare le grandi sfide globali che interessano le nostre comunità: ambiente, trasporti, salute, politiche sociali. Le città devono continuare a operare insieme per ottenere risorse sufficienti a fronteggiare queste sfide e per un impegno coordinato improntato alla sostenibilità".