"Scusi un’informazione: ferma a Lavagnini-Fortezza vero? È una vita che mi muovo con i mezzi pubblici, ma devo ancora prendere confidenza con la nuova tratta". Chi parla è una signora di mezza età, fiorentina, tra le poche con la ’C’ aspirata incontrata ieri sul tram. Il suo dubbio è più che lecito, visto che le nuove fermate sono state attivate solo tre giorni fa. "La tramvia è comoda, quantomeno ti solleva dall’ardua ricerca del parcheggio". Come biasimarla?
È lunedì mattina. La città, non tutta, è tornata lentamente al lavoro dopo il weekend ed è l’esordio feriale della nuova linea di Sirio. Poco prima delle 10, alla fermata in piazza della Libertà, ci sono tre persone in attesa. Non è orario di punta. Si sale sul vagone giusto in tempo prima della chiusura delle porte e alle 10 in punto il rumore ferroso delle rotaie avvisa della partenza. All’interno ci sono più o meno trenta persone (la capienza massima è di 272, di cui 50 sedute e 4 posti per chi è con disabilità). Età e nazionalità varia: i fiorentini di nascita si contano sulle dita di una mano, quelli d’adozione vincono a tavolino. Compagni di viaggio per modo di dire, perché tutti, o quasi, hanno gli occhi fissi sugli smartphone. I pochi menti alzati sono di chi ha la musica nelle orecchie e gli sguardi persi nei pensieri, al di là dei finestrini. Nessuno parla. Le uniche voci sono quelle di un gruppetto di turisti, parlano in spagnolo. Intanto il tram arriva a Lavagnini-Fortezza, la signora di prima scende e salgono altri passeggeri: per quelli che di loro sono diretti a San Marco Università il viaggio è gratis.
Alla stazione i vagoni si riempiono, anche se non a tal punto da sentirsi sardine. Tanti giovani, l’età media si abbassa. La maggior parte scende alla fermata Belfiore, di fronte al The social hub, e a Novoli. Il resto prosegue la corsa verso Peretola, tra chi ha un volo di lì a poco e chi andrà ad aspettare al varco degli arrivi. Valigie tra le gambe e zaini in spalla. Sono le 10.30 in punto quando le porte si aprono e il tram si svuota. Mezz’ora precisa, senza intoppi né lunghe soste ai semafori. Si scende a cuor leggero: in perfetto orario, senza impazzire dietro ai parcheggi e in pace con l’ambiente.
Altro giro, altra corsa. Si ritorna in città. Partenza alle 11.06 con circa sei persone a bordo. Anche questa volta le fermate più frequentate si confermano le tre di Novoli. Sulla via del ritorno c’è più chiacchiericcio, complici gli studenti che salgono a San Donato-Università. Parlano tra loro e al telefono, mentre la radio di un passeggero a tutto volume fa da sottofondo. Una ragazza si scatta un selfie con una scatola nelle mani, è senza dubbio un progetto di scienze di cui va fiera. Stazione Alamanni, poi Valfonda e il tram può proseguire decisamente alleggerito. Si rimane in pochi "intimi", ma questo non rilassa l’animo di una signora, salita sul tram con una busta di plastica alla mano sinistra, quella che usa per tenersi. Dal finestrino si intravede piazza della Libertà. Ci siamo, sono le 11.36. Mezz’ora precisa, come all’andata.
Non avranno detto la stessa cosa i passeggeri che ieri sera, poco prima delle 18, sono rimasti fermi per una manciata di minuti in via la Marmora. Dello stop l’azienda non ne sa nulla, nessuna segnalazione di guasti o disagi, quindi deve essere stato rapido e indolore. Niente di che.
Teresa Scarcella