REDAZIONE FIRENZE

Smog e morti evitabili. Sono 200 nella Metrocittà. Giù biossido di azoto e pm 10. Le pagelle alla qualità dell’aria

Il rapporto Mobilitaria 2024 stima la quantità di decessi evitabili legati all’inquinamento. Quelli dell’area fiorentina sono in calo, ma resta l’allerta. Migliora al riduzione di inquinanti. .

Più di 108 morti premature evitabili a causa del biossido di azoto (No2). Ma anche almeno 61 vite virtualmente spezzate per colpa delle Pm 2.5 (le polveri ultrasottili) e altre 37 a causa delle Pm 10 nel territorio della nostra Città Metropolitana. Il verdetto arriva da Mobilitaria 2024, il rapporto da Kyoto Club insieme al Cnr-IIA che analizza i dati della mobilità e della qualità dell’aria al 2023 nelle 14 città metropolitane italiane. Fra queste Firenze, dove, fatta eccezione per il dato sul numero di vite stimate come in pericolo per la qualità dell’aria, i numeri segnano un netto miglioramento rispetto all’anno precedente. Ma anche sul fronte decessi le cose, rispetto a città ’cugine’ come Bologna e Venezia le cose non vanno malissimo. Nella prima, infatti, l’No2 è considerato virtualmente responsabile di almeno 185 morti premature mentre nella seconda di 107. Niente contro le 1.444 di Roma, ma più dell triplo delle 24 di Catania.

Ma andiamo per ordine. Che aria ha tirato a Firenze e in tutta la Metrocittà nel 2023? "L’Agenzia Europea dell’Ambiente (EEA) – si spiega nel rapporto – ha stimato per l’Italia nel 2021 più di 40mila morti premature all’anno attribuibili all’esposizione a concentrazioni al di sopra degli standard europei per il particolato atmosferico (Pm 2.5) e più di 16mila morti per il biossido di azoto (No2) e l’ozono (O3). Decessi che pesano anche sui bilanci della sanità". "Le stime – si legge ancora – mostrano che è sufficiente un aumento di 1μug/m3 nella concentrazione di Pm 2,5 per causare una riduzione del 0,8% nel Pil". Il motivo? Riduzioni nella produzione per lavoratore che possono verificarsi attraverso un maggiore assenteismo lavorativo o una ridotta produttività. Ma nella nostra Metrocittà la prima buona notizia è che la bestia nera dei fiorentini, il diossido di azoto, inquinante che irrita le vie polmonari e viene prodotto soprattutto da traffico e riscaldamento, è calato mediamente del 12% rispetto all’anno prima: se la concentrazione media è stata di 29 microgrammi per centimetro cubo, nel 2022 era di 33. Lo stesso vale per le polveri ultrasottili (Pm.2.5) con un diametro cioè inferiore ai Pm 10 e quindi in grado di nascondersi meglio negli alveoli polmonari: in un anno sono calate del -8%. Ad aumentare invece è stato il tasso di motorizzazione, il rapporto fra veicoli e abitanti. In tutta la Metrocittà il tasso è di 551 veicoli ogni 1.100 abitanti, mentre la densità di vetture è di 1.959 automobili per chilometro quadrato, in aumento ancora rispetto alle 1.940 dell’anno precedente.

Il parco di veicoli circolanti dunque cresce ancora. Meno della metà delle auto (il 47%) è Euro 6, la categoria meno inquinante mentre il 7%, quasi una su 10 è ancora Euro 0. Il colpo più duro lo hanno subito le alimentazioni a metano e diesel in calo rispetto al 2022. L’auto però stravince ancora come mezzo di spostamento per il tragitto casa-lavoro: il 77% utilizza l’auto o la moto (quantità superiore alla media nazionale del 69%, mentre appena il 9% prende la bici o si sposta a piedi. Il 14% invece utilizza il trasporto pubblico, una cifra che resta comunque al di sotto della media nazionale del 25%.

A crescere però sono state le ciclabili con 24 chilometri in più rispetto al 2022 e 120 chilometri totali. Sul fronte della decarbonizzazione e produzione di Co2 l’area fiorentina dorme però sonni tranquilli . La legge europea sul clima fissa l’obiettivo di riduzione delle emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55% entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990. Firenze è fra le 9 che si è impegnata addirittura ad azzerarle: al momenti la riduzione è del -76%.

cla.cap