Elettra Gullè
Cronaca

Disagio giovanile, parla il sociologo: "Narcisismo da social dilagante"

Scalia (UniFi): "I giovani hanno perso il contatto con la realtà: riscopriamo i nostri quartieri per incoraggiare occasioni sane di socializzazione"

I due ragazzi seduti all'esterno della tramvia

Firenze, 26 aprile 2022 - Ragazzi aggrappati fuori dal tram, in corsa lungo i binari, minorenni che via social si danno appuntamento per poi scatenare risse. Gli ultimi fatti di cronaca non fanno che riaccendere ancora una volta l’attenzione sul crescente disagio giovanile. “E’ vero: siamo di fronte ad una sempre più marcata trasgressione espressiva di tipo narcisista”, dice Vincenzo Scalia, sociologo dell’Università di Firenze. “I ragazzi è come se volessero costantemente spettacolarizzare il loro disagio - prosegue il docente -. La trasgressione è infatti subordinata ai famigerati ‘Like’. Più il video è dirompente, più il seguito social aumenta. Ma così facendo si pensa solo ad attrarre su di sé l’attenzione, senza considerare i risvolti di tipo penale e, addirittura, come nel caso dei ragazzini aggrappati alla tramvia, al rischio concreto di morire”.

I due ragazzi seduti all'esterno della tramvia
I due ragazzi seduti all'esterno della tramvia

“Il ‘quarto d’ora di celebrità’, adesso ridotto a ‘quindici secondi’, si è pericolosamente ‘democratizzato' - prosegue Scalia -. Basta uno smartphone in mano per mettersi in mostra. Il guaio è che si cerca di ‘emergere’ perlopiù attraverso comportamenti negativi. Senza appunto calcolare i rischi. Vediamo ragazzini che si riprendono mentre fumano una canna, addirittura mentre stuprano una coetanea. Insomma, nessuna trasgressione di tipo propositivo, magari per promuovere nuovi stili di vita, ma solo un narcisismo autodistruttivo, che cela totale immaturità e inconsapevolezza”. Da parte degli adulti, servirebbe molta autocritica. “Quante volte si vedono i genitori dare in mano ai figli il cellulare in modo che stiano un po’ buoni? Non si pensa che questo ‘baby-sitter’ è un distortore della realtà, che catapulta poi i giovanissimi in un mondo virtuale in cui, con un click, si fa e si disfà. Si è perso il contatto con la dimensione reale dei rapporti umani e, in questo senso, le restrizioni dovute alla pandemia non hanno fatto che peggiorare la situazione”. É anche vero che “il narcisismo da social ha contagiato anche i grandi. I giovani ne riflettono le contraddizioni più drammatiche”.

Che dire poi delle risse tra adolescenti? Ci sono baby gang anche al femminile, com’è emerso a Siena… “I social catalizzano comportamenti che ci son sempre stati. Mi ricordo di quando, a Genova, una rissa tra opposte squadre calcistiche provocò nel 1989 400 feriti - ricorda il docente -. Il social amplifica e distorce la rappresentazione della realtà, perchè porta sempre e comunque nella direzione della messa in scena”. Come arginare questa deriva? “Bisogna riportare i giovani al reale, proponendo loro una quotidianità ‘vera’ che controbilanci il virtuale - risponde Scalia -. C’è necessità di incoraggiare le iniziative di socializzazione. Bisogna riscoprire i propri quartieri, creare occasioni sane di incontro. E poi lo sport, fondamentale”.