
Sokolov, le note di una leggenda
di Chiara Caselli
E’ uno dei massimi interpreti del nostro tempo, un artista ammirato per la sua introspezione visionaria, la sua ipnotica spontaneità e la sua devozione senza compromessi alla musica. Domani sera torna al Teatro del Maggio il pianista russo Grigory Sokolov. Il concerto, in coproduzione con gli Amici della Musica di Firenze, si svolgerà nella Sala Zubin Mehta alle 20.
A sedici anni, nel 1966, Sokolov è un brillante studente del Conservatorio di Leningrado che affronta una delle competizioni pianistiche più impegnative del panorama internazionale: il Concorso Cajkovskij. Quell’anno il presidente della giuria è Emil Gilels, già all’epoca una leggenda del pianismo mondiale, e Sokolov ottiene il primo premio all’unanimità. L’Europa che sta al di qua della cortina di ferro lo scoprirà solo a partire dagli anni Ottanta del secolo scorso.
Sokolov fa parte di quel piccolo gruppo di pianisti leggendari che trasformano ogni concerto in un evento. Nel corso della sua carriera si è esibito con le più prestigiose orchestre prima di decidere di dedicarsi esclusivamente ai recital per pianoforte solo, ognuno dei quali è un evento imperdibile: tiene circa settanta concerti ogni stagione, immergendosi completamente in un singolo programma e presentandolo in tutte le principali sale d’Europa. Il suo repertorio è vastissimo e si estende dalle trascrizioni della polifonia sacra medievale a tutto il repertorio classico e romantico e alle composizioni di riferimento del ventesimo secolo di Prokofiev, Ravel, Scriabin, Rachmaninov, Schönberg e Stravinskij. A Firenze presenta un programma che abbraccia cent’anni di musica. La prima parte è costituita da una selezione di brani per clavicembalo di Henry Purcell, massimo musicista inglese dell’età barocca, ispirati dal canto popolare anglosassone ma anche dalla tradizione dei virginalisti rinascimentali. Tra questi, anche il famoso tema che Benjamin Britten utilizzò nella sua "The young person’s guide to the orchestra".
La seconda parte del programma è invece dedicata a Mozart, con la Sonata n.13 in si bemolle maggiore K. 333 scritta nel 1778 per il pubblico parigino, che apprezzava un linguaggio pianistico più semplice e in linea con lo stile galante allora in voga, e il breve ed intenso Adagio in si minore K. 540, composto nel marzo del 1788, un brano di carattere rapsodico forse nato come movimento di sonata oppure destinato a un uso didattico.