NICOLA DIRENZONE
Cronaca

Una lettera del’43 svela il mistero del soldato di Vaglia. L’abbraccio tra le famiglie

Il giovane Ettore Pitzalis si rifugiò e fu protetto per un anno in Mugello. Il giovane fu ucciso nel ’44, oggi grazie a una lettera la sua storia è ricostruita

8 settembre 1943: prigionieri italiani si arrendono a truppe alleate

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Firenze, 12 novembre 2023 – «Carissimi genitori, oggi trovandomi con un grosso dispiacere ancora più del tempo passato, vengo a darvi nota in questa piccola lettera, con la quale vorrei spiegarvi tutta la mia triste vita da come me l’ho passata...". Inizia così la lettera scritta ai genitori dal soldato sardo ventunenne Ettore Pitzalis, ucciso tra Fiesole e Vaglia nel settembre del 1944 mentre tentava di attraversare le linee.

Ettore, militare sbandato dopo l’8 settembre del 1943, era nato a Guasila, in Sardegna, e mentre ancora il Mugello era occupato dai tedeschi, si rifugiò dalla famiglia Bugetti, in località Coperzano, a Vaglia, dove in cambio di lavori agricoli fu protetto per sei mesi.

La storia racconta che nel periodo più critico si era dato alla macchia e aveva già attraversato la linea del fronte, ma che poi venne catturato e ucciso dai tedeschi nel tentativo di tornare indietro per avere notizie della famiglia che lo aveva protetto. Spiega il sindaco di Vaglia, Leonardo Borchi, che "la famiglia ricevette il suo portafoglio che conteneva la lettera commovente rivolta alla madre, in cui chiedeva di ringraziare la famiglia che lo aveva ospitato.

Ma non ne menzionava il nome. E i suoi familiari non hanno saputo per 77 anni dove fosse sepolto, finché attraverso un lavoro certosino di Costanza Villani, della Proloco di Vaglia e Gabriele Baldi, ricercatore storico sulle vicende del nostro territorio, non si è riusciti a ritrovare e mettere in contatto le due famiglie. E i parenti di Ettore hanno potuto conoscere le circostanze della sua morte. Nella lettera, scritta alcuni mesi prima della morte e mai spedita, si leggeva anche:

«Genitori avrei tante cose da dirvi, ma non posso; vi raccomando di ricompensare questa buona famiglia, la quale ci ha sostenuto in questi mesi, come mi sembra che nessun altro avrebbe fatto…" Le due famiglie si sono incontrate per la prima volta, in Mugello, nel 2019. A Vaglia, infatti, arrivarono i parenti di Ettore, la sindaca di Guasila, Paola Casula, e i membri della loro Pro Loco.

Fuori dalla casa di Coperzano fu affissa una targa dalla Pro Loco di Vaglia, e nel punto dove fu rinvenuto il corpo fu piantato un albero di Leccio dalla Pro Loco di Fiesole. Una visita che doveva essere ricambiata, ma il cui appuntamento è slittato a causa del Covid. Finché, il 4 novembre Leonardo Borchi, e la sindaca di Fiesole, Anna Ravoni, sono stati accolti in Sardegna.