STEFANO BROGIONI
Cronaca

Carcere di Sollicciano, va in coma in cella poi muore. Un altro giallo tra i detenuti

Un uomo di 51 anni si è sentito male due settimane fa, poi il decesso a Careggi. Il suo legale: "Ho chiesto che venga fatta l’autopsia". In una lettera aveva parlato di percosse

Firenze, 15 febbraio 2024 – Gafur Hasani, 51 anni, serbo, si è sentito improvvisamente male nel carcere di Sollicciano, dov’era detenuto da un paio di settimane per una misura di custodia cautelare per rapina.

Il pomeriggio del 31 gennaio, un compagno di cella ha richiamato l’attenzione della sorveglianza perché il 51enne era improvvisamente svenuto.

Hasani da quel momento non si è più risvegliato. Ieri mattina è morto all’ospedale di Careggi.

Ma il suo avvocato, Francesco Del Pasqua, vuole vederci chiaro. Ha chiesto al giudice che sia fatta l’autopsia.

Perché, riferisce il legale, ci sarebbero almeno un paio di lettere che il detenuto avrebbe scritto ai suoi familiari in cui parlava di percosse a aggressioni. Episodi che al momento sono solo supposizioni, ma l’autopsia potrebbe chiarire se l’improvviso malore che ha catapultato in coma il detenuto possa essere stato indotto da altri fattori.

Purtroppo, nel carcere salito alla ribalta per le sue condizioni strutturali sempre più precarie, c’è un clima rovente. In questi giorni, un carcerato peruviano condannato in primo grado per omicidio avrebbe mandato all’ospedale un altro detenuto, marocchino: al culmine di un diverbio, gli avrebbe tirato in testa uno sgabello.

L’altra settimana, a Sollicciano c’è stata una furibonda guerra fra bande di detenuti nigeriani contro albanesi.

I due “clan“ si sono incontrati durante le visite mediche, si sono scontrati una prima volta e si sono successivamente affrontati in sezione, dove è andato in scena una sorta di regolamento di conti arginato a fatica dagli agenti della polizia penitenziaria.

Equilibri difficili a precari anche per la grande varietà di etnie e culture presenti nella struttura, “dominata“ da stranieri, che sono oltre il 60%.

Il gruppo più rappresentato è il Marocco e a seguire Romania, Tunisia e Albania.

Ma Sollicciano è anche un carcere poco umano. Lo ha ammesso anche il tribunale di sorveglianza che ha concesso dieci mesi di sconto a un detenuto che ha vissuto otto anni in una cella infestata da cimici e topi, nel bollore dell’estate e nell’umido dell’inverno.