Firenze, 24 luglio 2024 – Una sanzione di oltre 25mila euro. Il passaggio degli atti alla procura di Firenze, che aprirà un’inchiesta per i reati contestatigli in quanto datore di lavoro. E poi la scadenza: 90 giorni per sistemare tutto ciò che non va nel carcere di Sollicciano. È il verbale di prescrizione, compilato dagli ispettori – inviati dal capo del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap) – dopo che hanno riscontrato contravvenzioni a leggi per l’igiene o sicurezza sul posto di lavoro (in questo caso il penitenziario fiorentino), alla direttrice Antonella Tuoni.
Un atto che pesa come un macigno, frutto delle due visite che gli ispettori del Dap hanno fatto a metà giugno e a inizio luglio.
Secondo quanto riportato, Tuoni non avrebbe osservato gli obblighi del datore di lavoro non delegabili. A partire in primis dai requisiti degli ambienti di lavoro richiesti per legge.
In altre parole, le carenze strutturali che Sollicciano lamenta da anni, e di cui il nostro giornale ha dato ampiamente risalto in queste ultime settimane, sono responsabilità della direttrice, in quanto in quegli ambienti ci lavora il ’suo’ personale.
E deve essere sempre lei a provvedere alla sua bonifica. In particolare, si legge ancora, Tuoni (ripeto: in 90 giorni) dovrà sistemare "le pareti e le scale delle sezioni detentive intrise di tracce presumibilmente ematiche e non solo". Ma anche far sparire dagli ambienti di lavoro "insetti, cimici e blatte". E ripristinare "l’agibilità dei corridoi, delle camere di pernottamento, dei locali comuni e del locale destinato a colloqui telefonici, anneriti a seguito di incendi". Poi ci sono i lavori all’impianto elettrico (da controllare in considerazione delle numerose infiltrazione di umidità e muffe), quelli di pulizia, e quelli per l’impianto di aerazione e ricircolo dell’aria.
Insomma , tutti quegli interventi che da tempo servono a Sollicciano, e che sono fermi dal febbraio 2023, da quando la stessa direttrice Tuoni ha constato che quanto fatto nelle sezioni non era servito a fermare le infiltrazioni d’acqua nei locali. Un cantiere che sarebbe servito a migliorare l’accoglienza dei detenuti e che il Dap, ad oggi, non più fatto ripartire.
C’è poi un punto che rimane irrisolto: chi paga? Al momento, il Governo non ha previsto finanziamenti per il penitenziario fiorentino indirizzati a lavori di ristrutturazione delle sezioni maschili e femminili. Niente soldi dal ministero della Giustizia, vuol dire nessun raggio di manovra per Tuoni, che, secondo il Dap, deve in tre mesi risistemare il penitenziario (in cui nulla si è mosso negli ultimi quattro anni), senza però specificare con quali fondi. In bocca al lupo.