Sollicciano e il carcere da ripensare. Il messaggio della direttrice Tuoni: "Occorre intervenire prima possibile"

La direttrice del carcere di Sollicciano solleva preoccupazioni sul degrado delle carceri italiane e l'approccio alla pena. Un richiamo alla Costituzione sull'umanità del trattamento carcerario.

Mantenere vivo "il focus su Sollicciano poiché dove sono muri, cancelli e porte chiuse a chiave si annidano i pericoli più insidiosi per la tenuta della civiltà di un popolo, civiltà che, non a caso, un filosofo illuminato riteneva si debba misurare utilizzando come parametro di riferimento proprio le carceri. E, considerato il degrado in cui versa non solo Sollicciano, ma la maggior parte delle carceri italiane ed i contenuti del cosiddetto pacchetto sicurezza (...) non c’è da dormire sonni tranquilli". Lo ha scritto la direttrice del carcere di Sollicciano Antonella Tuoni in un messaggio inviato ai partecipanti all’evento ‘Carcere in città’ organizzato dall’Ordine degli architetti a Firenze dove non è potuta essere presente di persona, dopo la mancata autorizzazione del Dap. "Occorre interrogarsi rispetto a chi finisce in carcere e rispetto al contenuto della pena", l’invito di Tuoni che cita la Costituzione sul divieto di trattamenti inumani.