di Pietro Mecarozzi
Non ci sarà Antonella Tuoni, la direttrice del carcere di Sollicciano, all’evento organizzato dall’ordine degli Architetti di Firenze in programma domani alle Murate. Non ci sarà perché, per la seconda volta in pochi gironi, non ha ricevuto l’autorizzazione per partecipare da parte del Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria (Dap).
Svista? Problemi nella ricezione? Comunicazione tardiva? Non si sa. Ma ciò che è certo è che per entrambi gli appuntamenti, alle Murate e alla Cgil di lunedì, la richiesta era stata ricevuta dagli uffici del Dap settimana fa, al momento di decidere se mettere il nome di Tuoni nelle locandine.
Non potrà quindi parlare di Sollicciano, delle sue problematiche (già note) e delle possibili soluzione per una sua rinascita strutturale e sociale.
Il convegno è incentrato sul rapporto tra architettura e carcere, e sarà suddiviso in due sessioni: vedrà interventi e focus specifici da parte di studiosi e responsabili di spazi di detenzione, tra cui i professori Camilla Perrone e Maddalena Rossi, dell’università di Firenze, e l’avvocato . Michele Passione del foro di Firenze.
Lunedì Tuoni ha dovuto dare forfait – sempre per la mancanza di autorizzazione – al convegno “Carcere, diritti e lavoro: analisi e proposte a partire dalla situazione di Sollicciano”, organizzato da Cgil Firenze e L’Altro Diritto. All’appuntamento erano presenti, tra i tanti, Bernardo Marasco, segretario generale Cgil Firenze, Giuseppe Fanfani, garante regionale dei detenuti e Donato Nolè, coordinatore nazionale FP polizia penitenziaria.
I rapporti con l’amministrazione penitenziari della direttrice del carcere non sono idilliaci da tempo: è infatti in corso un braccio di ferro amministrativo e legale in merito alle condizioni del penitenziario fiorentino.
Dopo le sanzioni e l’apertura di un fascicolo in procura, per la direttrice di Sollicciano ,a fine luglio è arrivato anche un procedimento disciplinare.
Nel documento firmato dal direttore generale del personale e delle risorse del Dap, Massimo Parisi, viene contestato a Tuoni la “grave negligenza in servizio” e il “contegno scorretto verso i superiori, i colleghi, i dipendenti e il pubblico”; il rischio per la direttrice è perfino la decurtazione dello stipendio per una durata non superiore a sei mesi.