C’è chi gongola e chi si rintana. Normale dialettica politica all’indomani del sondaggio di Emg commissionato da Toscana Tv sulle prossime regionali. Dolcissimo il risveglio del governatore in carica Eugenio Giani (che ha trascorso la serata incollato alla tv), avanti di 11,5 punti sul meloniano Alessandro Tomasi (51% contro 39,5%). Vittoria al primo turno senza i 5Stelle, senza il campo larghissimo.
CENTROSINISTRA
Nel Pd solo sorrisi e ammicchi. Forte del 33% come voto di lista a un paio di settimane dal primo tavolo del cantiere progressista. Che però non va fatto saltare alla prima. Per questo, sherpa all’opera e via a linee di credito pro alleanze. "L’indagine conferma ciò che ipotizzavamo: il Pd è nettamente in vantaggio e in crescita", l’auto-elogio del segretario dem Fossi. Che sposta (scaltramente) l’attenzione non sui risultati dei partiti affini ma sulla destra "arrancante e attraversata da mille divisioni interne". Eppure anche nel centrosinistra abbondano, che se ne dica. Giani, noncurante, tesse la tela a dovere. "Autenticamente perseguirò il campo più largo possibile - ha detto il governatore -, dai 5Stelle a Italia Viva", l’orizzonte del governatore, reso più chiaro dopo l’astensione del Movimento sulla legge della Toscana Diffusa. Un segnale in controtendenza rispetto al niet su piano rifiuti e bilancio. "Si tratta sempre di un sondaggio - il suo pragmatismo -. Ma sono contento. Ringrazio Elly per il suo ancoraggio strategico alla visione di campo largo, al Pd di Fossi per aver supportato l’azione di governo". Apprezzata dal 72% del campione e dal 49% nell’elettorato persino di centrodestra. "Quel gradimento non è verso me, ma verso tutta l’amministrazione regionale e al suo profilo istituzionale riconosciuto da tutti".
Ma la marea s’innalza comunque. Danti (Avs) fa il "comunista pragmatico" e smussa: "Siamo la seconda forza. Il 7% conferma il dato delle Europee, ma i sondaggi non sono profezie autoavveranti". Stavolta l’arringa sulla discontinuità anti-Giani si anestetizza, basta che "lo schieramento tenga insieme il Pd-Avs-5S e le forze centriste". Irene Galletti, ammiraglia di Conte in Toscana, dissente dalla formula e dal 5,5% "sottostimato" ("alle scorse regionali, rilevazioni simili ci davano per spacciati. Eppure siamo ancora qui"). Prestati alla fantapolitica, "curiosa è l’evaporazione di Italia Viva dal panorama del consenso". Replica del renziano e neo commissario Bonifazi? Macché.
CENTRODESTRA
Fratelli d’Italia ha optato per il mutismo selettivo. Nella persona del suo leader e candidato in pectore, Tomasi. Da Pistoia, no comment. Nonostante un rincuorante 25% in una regione storicamente rossa, e un 40% di coalizione più che rinfrancante. Niente, mal di pancia a gogo dei dirigenti meloniani, forzati al silenzio stampa per non sballare gerarchie di partito. Ma la segreteria sembra ora mostrare i primi scricchiolii. Anche perché Forza Italia cannoneggia a ruota libera sulla scelta del candidato: "Da mesi diciamo che al centrodestra serve un moderato. Forzare la mano per piantare bandierine sarebbe controproducente e ci porterebbe a una sconfitta sicura. Il sondaggio ci dà ragione: Forza Italia è data al 7% contro il 4,2 del 2020 - afferma l’azzurro Stella -, il 20% degli elettori votano al centro, c’è voglia di moderatismo. Ma purtroppo, una parte guarda positivamente a Giani. Occorre puntare a un profilo che intercetti i moderati di centrosinistra".
La Lega s’affida alle battute a stelle e strisce: "I sondaggi? Sono gli stessi che davano vincente Kamala Harris? Il centrodestra è sottostimato fin dalla Prima Repubblica - la provocazione del segretario Baroncini -. La distanza di 10 punti è tutt’altro che incolmabile. E in base al sondaggio il 43% dei toscani non è intenzionato ad andare a votare. Se il centrodestra riuscirà a parlare a loro si aprirà una prateria di voti".