ROSSELLA CONTE
Cronaca

Sos contanti, famiglie al banco dei pegni. A garanzia fedi, spille e... una corona

Prende piede l’alternativa al credito al consumo. Ma non solo fra le classi disagiate. E ci si muove sulla app

Il credito a pegno viene ormai utilizzato soprattutto tramite app e tecnologie blockchain

Il credito a pegno viene ormai utilizzato soprattutto tramite app e tecnologie blockchain

Firenze, 13 giugno 2024 – Alla porta della filiale ProntoPegno di Firenze non bussano solo persone senza un lavoro o una casa. No, assolutamente no. E lo dimostrano gli stemmi nobiliari in oro, i diamanti, le medaglie o gli orologi da migliaia e migliaia di euro che parlano di famiglie un tempo agiate, se non addirittura ricche. Bussano in tanti alla porta per portare preziosi e chiedere soldi. In un periodo di tassi alti e stretta creditizia, con i prestiti concessi dalle banche meno facilmente, si sta affermando sempre di più anche a Firenze un metodo alternativo per finanziarsi: il credito su pegno. In forma rinnovata, però, con app e blockchain. A rendere la portata del fenomeno sono i numeri: alla filiale fiorentina Pronto Pegno si sono rivolti dal 2020 a oggi 3.300 clienti (+5% rispetto allo scorso anno e +14% negli ultimi quattro anni) per un totale di 8mila polizze (+10%) e un volume di liquidità di 7,5 milioni di euro. "La media del prestito è di 1.400 euro ma si arriva anche a importi decisamente superiori fino a raggiungere cifre, in pochissimi casi, anche di mezzo milione di euro", sottolinea Giuseppe Gentile, direttore generale di ProntoPegno, società del gruppo Banca Sistema che nel 2020 ha acquisito l’intero ramo d’azienda credito su pegno di Intesa San Paolo.

Fedi nuziali (perlopiù di persone separate), medaglioni di famiglia, spille o collane. Oggetti appartenuti agli antenati, ricordi preziosi legati a ricorrenze particolari. Sono tanti gli oggetti con i quali si ricorre sempre più al prestito su pegno. Oggetti che sono principalmente in oro (circa il 90%) ma anche orologi (5%). Uno strumento utilizzato a Firenze non solo da stranieri che rappresentano il 30% del totale, in particolare senegalesi e georgiani, ma anche da uomini e donne facoltose come dimostrano alcuni orologi importanti o stemmi familiari. "Ogni città ha le sue caratteristiche – riprende Gentile - e a Firenze abbiamo notato una massiccia presenza tra i nostri clienti di nobili che portano i diamanti al banco per autofinanziarsi e avere disponibilità immediata. Si tratta perlopiù di persone con un grande patrimonio immobiliare che, in alcuni momenti dell’anno, hanno per esempio bisogno di liquidità per far fronte all’Imu o altre tasse".

Tra i clienti della filiale ci sono dipendenti di aziende private (18%), dipendenti pubblici (15%), lavoratori autonomi (16%) ma anche imprenditori (13%). In testa, invece, troviamo pensionati (19%) e inoccupati (19%). Tra gli oggetti più curiosi lasciati nella filiale fiorentina in cambio di liquidità immediata una corona vichinga in oro o una coppa in argento dell’Università inglese di Durham dedicata ai laureati. "Si tratta di oggetti ereditati. Naturalmente – conclude Gentile – noi ci accertiamo che non si tratti di merce rubata".