CARLO CASINI
Cronaca

Lo “Spago popolare” di Firenze: pranzo low cost, “ma non risparmiamo sulla qualità”

A due passi dalla cattedrale si pranza con pochi soldi. "Risparmiamo sul servizio"

Il self service vicino al Duomo (foto New Press Photo)

Firenze, 12 agosto 2023 – È un’icona vintage, quell’insegna arancione a un tiro di schioppo dal Duomo. Quella scritta “self service” dalla grafica demodé, fa sorridere quel guizzo di internazionalità della specifica ‘ristorante-restaurant’. Rimanda ai tempi in cui il centro di Firenze scopriva la miniera del turismo d’oltreconfine, quella corsa all’oro mai finita. Però oggi rimane uno dei rarissimi ultimi baluardi popolari e fiorentini del quadrilatero romano. Qui ancora mangi un pranzo degno al costo che nel bazar di ristoranti ’mungituristi’ ti danno pane, acqua e poco altro. Non si troveranno piatti chic dai nomi lunghi tre righe, non ci sarà il fiore sulla tavola, non ci saranno chef stellati in cucina: eppure la qualità c’è.

Non che sia il locale ideale per il primo appuntamento con la fidanzata, ma come varchi la soglia vieni avvolto da un’atmosfera a suo modo romantica e orgogliosamente proletaria, qualcosa che potresti trovare dentro una canzone di De André. Il primo esperimento lo facciamo a cena martedì: il locale tutto a vetri ha la vista dall’alto sull’incessante passaggio di turisti di via dei Pecori. Già l’arredamento è un tuffo al cuore: una lunga fila di tavolini e panchine alternate. Vassoio e coperto – che non si paga – e ci mettiamo in fila. Penne alla carrettiera e poi puntiamo in alto con il pesce: filetti di gallinella con pomodorini e zucchine fritte, porzioni generose. Birretta da 33 e via alla cassa: 17 euro e 50.

L’aspetto antropologico incanta: qui prendono un volto e una storia gli invisibili. L’atmosfera è rilassata, alcuni turisti. tre operai che pare stiano lavorando a un cantiere. C’è un nordafricano sulla sessantina, vestito da portiere d’albergo di lusso. Ci sono anche diverse famiglie e c’è un babbo separato con la bambina. Poi quattro ragazze tirate a lucido. Mangiano un boccone qui prima di una serata di movida estiva. Esperimento bis mercoledì a pranzo: la fila è molto più lunga ma scorre veloce e la clientela cambiata; a farla da padroni sono gli impiegati, ma ci sono anche diversi anziani soli.

Stavolta tortelloni rosé e milanese di pollo accompagnata da patatine e bottiglietta di acqua. Prezzo: 12,50 euro. Il titolare è Luciano, che gestisce il self service da più di mezzo secolo, ora col figlio Stefano: "Questo locale c’è dal ’63, gli arredi sono quelli originali, a parte il banco che è stato rifatto nel 2000. Io l’ho rilevato nel ’72. La gente mi diceva: ‘Non c’è verso di mangiare veloce e a una cifra decente’. Così ho risparmiato sul servizio dei camerieri ma non sulla qualità: qui sono tutte materie di prima scelta".