
Il passato turbolento della vittima non fa escludere nessuna pista. Un colpo esploso per uccidere. Gli inquirenti stanno tentando di risalire all’identità dei cinque aggressori ripresi dalle telecamere.
di Pietro Mecarozzi
Vecchie ruggini. Affari rimasti in sospeso. Cavalli morti. Corse contese. Colpi sinistri. Stalle andate in fumo. Una ’guerra’ tra scuderie culminata domenica con cinque colpi di revolver esplosi sul viale del Visarno verso le 14.30. Uno dei proiettili ha perforato la pianta del piede destro di un 46enne residente a Pescia (ma di origini sinti), noto alle forze dell’ordine e con una lunga lista di precedenti (tra cui lesioni e reati contro il patrimonio), che è finito all’ospedale di Careggi in codice giallo. In fuga invece il gruppo degli assalitori, che è poi scappato su un’utilitaria.
A tre giorni dall’agguato alle Cascine, la squadra mobile di Firenze, dopo aver ascoltato i tanti testimoni presenti al momento dei fatti, sta passando al vaglio le telecamere di sicurezza della zona. Secondo quanto trapela, cinque individui sono stati ripresi al momento dell’aggressione, uno di loro con in mano la pistola da cui sono partiti i colpi. Gli investigatori stanno provando a risalire alla loro identità.
Quanto alla dinamica dell’aggressione. Il blitz del braccio armato sarebbe stato diretto – in primo istanza – alle due sorelle della vittima, ufficialmente a capo della scuderia per conto di una persona residente a Pistoia, a Firenze domenica pomeriggio per una corsa di trotto all’ippodromo del Visarno. Le due donne hanno subito chiamato in soccorso l’uomo, che giunto sul posto è finito nella morsa del branco. Stando alle prime ricostruzione, intimorito dalle minacce dei cinque, il 46enne avrebbe dato loro le spalle tentando la fuga. In quel momento, è stata estratta l’arma. Quattro proiettili sono andati a vuoto, il quinto lo ha colpito. La polizia scientifica ha stabilito che uno dei colpi esplosi è stato sparato a un metro e trenta di altezza: poteva essere fatale. La procura ha aperto un fascicolo, al momento senza indagati, per tentato omicidio.
Lite nata sul momento? Conti in sospeso? Nessuna pista viene esclusa. La vittima ha infatti un passato burrascoso alle spalle: nel 2008 i carabinieri di Pistoia lo arrestarono assieme ad altre persone perché sospettato di aver fatto di una banda aveva terrorizzato mezza Toscana, con furti, tentati omicidi e sequestri di persona. Da allora l’uomo ha cambiato vita: ora fa il giardiniere. Ma tra quei fatti di 16 anni fa — e la polizia sta cercando di capirlo — può celarsi qualcosa che potrebbe dare una svolta alle indagini.
Gli aggressori, invece, farebbero parte di una scuderia rivale. E tra le due famiglie, inoltre, sembrerebbe non scorrere buon sangue ormai da molto tempo.
Il mondo dei cavalli rimane al momento una pista ’calda’. E l’agguato – il condizionale è d’obbligo – potrebbe essere collegato con un incendio in una stalla del 2022 dove morirono tre cavalli. Il rogo, divampato in una zona boschiva in provincia di Pisa e al confine con Altopascio, fu causato dal corto circuito di una multipresa.