Spesa sanitaria, la battaglia del payback: "Caso alla Consulta, la Regione non si arrende"

Decisa la costituzione in giudizio. In ballo ci sono 420 milioni di euro: il ministero della salute si è opposto

Spesa sanitaria, la battaglia del payback: "Caso alla Consulta, la Regione non si arrende"

Spesa sanitaria, la battaglia del payback: "Caso alla Consulta, la Regione non si arrende"

La Regione si costituirà in giudizio di fronte alla Corte costituzionale per difendere la legittimità del payback. Lo ha deciso la giunta toscana che, con apposita delibera, ha autorizzato il presidente, Eugenio Giani, a procedere in questo senso, affidando la rappresentanza e la difesa degli interessi della Regione all’Avvocatura dell’ente. La vicenda è quella che ha portato al recente aumento dell’addizionale Irpef per i redditi sopra i 28mila euro, non senza polemiche fra governo regionale e nazionale, ma anche fra partiti della maggioranza toscana (Pd e Iv). E, anche in questi giorni, si sono registrate ulteriori contestazioni al provvedimento da parte di Cisl e Uil, che si sono concluse con l’apertura di un tavolo regionale. Alla base di tutto, i 420 milioni di euro del payback che teoricamente la Toscana avrebbe dovuto ricevere per quattro annualità (2019-’22).

Il meccanismo, previsto per legge, prevede infatti la restituzione, da parte delle aziende del comparto sanità, di un importo pari al 50% delle spese in eccesso effettuate dalle singole Regioni. In pratica, le ditte fornitrici di dispositivi medici sono tenute a concorrere al ripianamento dell’eventuale superamento del tetto di spesa regionale per gli acquisti di dispositivi, come letti o bisturi, stent e siringhe, mascherine e protesi. Una norma fortemente ostacolata dalle aziende stesse, che hanno presentato ricorso.

Così la questione è approdata al Tar del Lazio che, a sua volta, ha rimandato la decisione alla Consulta. E proprio in attesa di un pronunciamento della Corte costituzionale, tutto è stato congelato, tanto che il Ministero, nonostante le richieste della Regione (che chiedeva almeno 200 milioni per far quadrare il bilancio della sanità), non ha voluto anticipare (neppure parzialmente) le somme.

"Abbiamo ritenuto opportuno proseguire un percorso già avviato e costituirci in giudizio – ha confermato il presidente Giani -. Il payback è previsto da una legge dello Stato che le aziende hanno impugnato di fronte al Tar, che a sua volta ha rimandato la questione alla Corte costituzionale. Proprio questa situazione ci ha messo nelle condizioni di non ricevere i soldi attesi. Anche se ritengo che il Ministero potesse riconoscercene una parte, la motivazione formale dataci per il diniego è stata proprio l’esistenza del ricorso. Per questo intendiamo anche andare oltre: se la Corte Costituzionale riconoscerà che il payback è legittimo, chiederemo conto alle aziende dei problemi che abbiamo avuto".

I tempi comunque non si preannunciano brevi, visto che solitamente si tratta di iter destinati a durare molti mesi. Intanto, come annunciato dallo stesso Giani nell’incontro con i rappresentanti di Cisl e Uil, la Regione aprirà un tavolo di confronto con i sindacati sull’Irpef. L’obiettivo è individuare insieme le spese da limare nella sanità toscana, in modo da eliminare, nel corso del prossimo anno, l’aumento appena introdotto.

Lisa Ciardi