di Stefano Brogioni
FIRENZE
Per le sue presunte spese pazze, l’ex sovrintendente del Maggio Musicale Fiorentino, Alexander Pereira, rischia di dover affrontare un processo: in questi giorni, infatti, la procura di Firenze gli ha notificato l’avviso di conclusione delle indagini a suo carico; passaggio propedeutico, a scanso di colpi di scena, alla richiesta di rinvio a giudizio.
Peculato, la traduzione giuridica dell’aver fatto shopping e viaggi con la carta di credito dell’ente che ha diretto fino a quando questo “scandalo“ estivo non è diventato insostenibile.
C’è poi un altro capitolo d’accusa, formalizzato dal sostituto procuratore Christine Von Borries, ed è quello riguardante la malversazione di erogazioni pubbliche, e cioè di aver usato i fondi affidati al Maggio dal governo per pagare le cosiddette spese correnti: tra queste, anche gli stipendi dei dipendenti.
Ma non tutto è nero, per Pereira.
Il suo legale, Sigfrido Fenyes, nello stesso momento in cui la magistratura si preparare ad esercitare l’azione penale, ha ottenuto in Cassazione l’annullamento del sequestro preventivo per equivalente della somma di 126mila euro e spiccioli. Atto che risale allo scorso giugno, quando la guardia di finanza si presentò da Pereira nel bel mezzo della bufera che si era abbattuta su di lui e, indirettamente, sulla fondazione lirica. La reale portata del sequestro fu comunque inferiore: le fiamme gialle “presero“ soltanto il suo trattamento di fine rapporto, circa 30mila euro.
La decisione della Cassazione (per ora non motivata) rimanda la palla al Riesame (che ora dovrà emettere un nuovo provvedimento) per quanto riguarda il sequestro della somma. Sequestro che la procura aveva precedentemente richiesto al giudice delle indagini preliminari, ottenendo un diniego.
Ma sequestro o no, sono circa 200mila euro il nocciolo del procedimento per quanto riguarda la parte delle spese.
Forse non la più grave, di una situazione economica generale che ha portato anche all’arrivo del commissario Onofrio Cutaia, ma sicuramente la più imbarazzante.
In quelle spese, ci sono i rimborsi ottenuti (o le spese sostenute direttamente con la carta del Maggio Musicale) per attività che secondo l’accusa sono "non inerenti la sua funzione e non rimborsabili per contratto", quali le spese del trasloco da Milano a Firenze, pernottamenti in albergo, voli in aereo e addirittura in elicottero, spostamenti in treno e taxi. I viaggi nel mirino della procura sono quelli a Francoforte, Baden Baden, Zurigo, Gstaad, Palma di Maiorca.
Due fondazioni estere, a loro volta sponsor del Maggio, si sarebbero inoltre fatte carico del pagamento dell’affitto mensile della villa di residenza a San Casciano.
La malversazione che viene contestata a Pereira, ovvero l’utilizzo del fondo di dotazione governativo, ammonta a circa 9 milioni di euro.
Con questi soldi, il Maggio della gestione Pereira avrebbe pagato stipendi, ritenute fiscali e previdenziali, fornitori.