REDAZIONE FIRENZE

Spettacolo "no vax", polemiche per la locandina con i bimbi in gabbia

E' in programma sabato 3 febbraio al Teatro Puccini di Firenze. Il sindaco Nardella: "Indecente l'uso di bambini nelle locandine, siamo contrari a chi diffonde informazioni non corrette

Un particolare della locandina de "Il decreto"

Firenze, 2 febbraio 2018 - E' polemica a Firenze per uno spettacolo teatrale contro la legge 119 sui vaccini obbligatori voluta dal ministro Beatrice Lorenzin. Si tratta dello spettacolo 'Il decreto' che sabato 3 febbraio farà tappa a Firenze al Teatro Puccini:  la locandina ritrae due bambini chiusi in gabbia con la scritta cavie e una mano dalle unghie acuminate che allunga le grinfie.

Lo spettacolo non è al suo debutto, ma nel capoluogo toscano sta montando la polemica: a curarlo è la Compagnia del Teatro artistico d'inchiesta, l'interprete è David Gramiccioli, attivista no- vax. Lo spettacolo, spiega in una nota, porta «in scena la verita», sulle «ragioni dell'economia che surclassano quelle della sicurezza di milioni di bambini» e su una «legge che non potendosi chiamare 'Legge sulla sperimentazione obbligatoria di medicinali su esseri umanì è stata opportunamente chiamata 'legge sui vaccini obbligatorì». Lo spettacolo è fuori dal cartellone del teatro Puccini che credeva di aver dato in affitto la sala per un dibattito: solo quando è stata vista la locandina, riporta il Corriere Fiorentino, hanno capito di cosa si trattava, a contratto ormai firmato. Da Palazzo Vecchio (che è socio del Puccini ma riconosce autonomia al teatro) arriva il duro commento del sindaco Dario Nardella: «Oltre a considerare indecente l'uso di immagini di bambini nelle locandine di promozione dello spettacolo, ribadisco la nostra contrarietà a chiunque diffonda informazioni non corrette e soprattutto senza fondamento scientifico su questioni importanti per la salute come le vaccinazioni. Noi diciamo no alla cattiva informazione sui vaccini e sì al fondamentale ruolo della scienza per le nostre comunità»

Interviene Gabriele Toccafondi, sottosegretario all'istruzione e compagno di partito di Lorenzin che definisce «inaccettabile uno spettacolo che allude alla ministra come una nuova Mengele» e chiede l'intervento dell'autorità giudiziaria. «Non mi piace la censura e sono per l'assoluta libertà di pensiero - afferma - ma credo proprio che ora ci sia da mettere un freno a chi fa propaganda antiscientifica e offende l'onorabilità delle persone».