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Il presidente di ForteMugello, Maurizio Izzo, durante un incontro istituzionale nel corso del 2024
di Paolo Guidotti
"Cauto ottimismo": usa queste parole Valerio Fabiani, consigliere del presidente della Regione, Eugenio Giani per lavoro e crisi aziendali, a proposito della crisi dell’ex-Forteto, negli ultimi mesi ribattezzata ‘ForteMugello’, e posta in liquidazione, con 45 dipendenti, lo scorso ottobre. Una crisi che si era tentato in tutti i modi di evitare, ma che il peso del caso Fiesoli aveva alla fine portato a compimento, con l’apertura della procedura fallimentare. Il presidente del Forteto-ForteMugello, Maurizio Izzo lo aveva ammesso: "Da un punto di vista strettamente finanziario è un’azienda che non ha mai superato il trauma delle note vicende giudiziarie, il percorso di crescita della cooperativa si interrompe con l’inizio di quella vicenda e purtroppo devo dire che essa è stata fondamentale nel giungere alla definitiva chiusura della cooperativa". Che prima dello scandalo Fiesoli fatturava 17 milioni e vendeva i propri formaggi in tutto il mondo, ed era poi scesa a meno di 10 milioni di euro.
Il tavolo regionale di crisi, da allora, si è riunito più volte e ieri, con la partecipazione anche del commissario liquidatore, dei sindacati e dei consulenti dell’azienda, si è fatto il punto della situazione.
"Non mancano i primi seri interessamenti a rilevare la proprietà da parte di alcuni soggetti imprenditoriali", spiega Fabiani che aggiunge: "La riunione è servita a mettere a fuoco alcuni strumenti pubblici utili ad agevolare l’insediamento di nuove imprese". Il consigliere evidenzia anche qualche buona notizia per i lavoratori, ora 36, con gli altri nove che hanno già trovato un altro impiego. "È prossima – sottolinea - la proroga fino ad ottobre 2025 della Cassa integrazione per i dipendenti scaduta a dicembre scorso".
"Al netto delle difficoltà – continua Fabiani – ForteMugello è una realtà che ha potuto contare su fatturati importanti, un portafoglio clienti di valore, capacità di proiezione all’estero, e può rivestire ancora oggi un’importanza strategica per l’economia del Mugello, a partire dal rapporto con allevatori e produttori di latte, oltre ad essere uno dei più importanti impianti di trasformazione del latte in una regione che ha una carenza storica di questa tipologia di strutture produttive". "Ci sono manifestazioni di interesse concrete – conferma Maurizio Izzo, ora liquidatore dell’azienda – sia per la parte delle attività commerciali dirette, serra, bottega e ristoro, sia per la parte ex-agricola-zootecnica, ovvero stalle e terreni, e vi è anche una manifestazione d’interesse anche per il caseificio, che speriamo possa concretizzarsi al più presto. Per i primi due settori si tratta di imprenditori locali, viene invece da fuori l’interesse per il caseificio. Naturalmente le offerte dovranno essere approvate dal commissario giudiziale, come è regola nel caso di concordato, e sottoposte a un’asta competitiva."
Anche Izzo è cautamente ottimista: "E’ più di una speranza, la possibilità di trovare acquirenti delle attività, ma è una lotta contro il tempo. E’ positivo aver avuto una proroga per la presentazione del piano di concordato, ma sono due mesi in più". E Izzo dice una parola rassicurante anche per la platea dei creditori: "Il piano su cui stiamo lavorando garantirebbe un’equa ripartizione a tutte le categorie, a cominciare, ovviamente dai dipendenti".