Firenze, 19 dicembre 2024 - Lo shopping natalizio entra nel vivo anche in Toscana. Nell’ultima settimana prima del Natale, un toscano su due (il 53%) deve ancora terminare gli acquisti. Ogni cittadino farà in media nove regali, per un budget di 225 euro a persona e sotto l’albero troveranno posto soprattutto capi e accessori di moda, giocattoli, prodotti di profumeria e cosmetica, libri. Sono le previsioni del sondaggio Ipsos per Confesercenti Toscana, su un campione di consumatori in occasione del Natale.
Ma perché facciamo regali? Lo 'spirito del Natale' risiede nel cervello e stimola l'impulso a fare i regali. I tradizionali scambi di doni 'fanno bene' sia a chi li fa sia a chi li riceve, rafforzano le funzioni cognitive, consolidano le relazioni e aumentano la felicità. A studiare un rituale che sembra solo consumistico è stato Lorenzo Dornetti, psicologo e laureato in Neuroscienze. "Le neuroscienze si occupano dei regali di Natale perché non sono mai state trovate nella storia umana civiltà senza idea del dono - spiega Dornetti - quindi, si ipotizzano meccanismi forti biologici sottesi a questo rituale, sembra un tema "leggero" ma non lo è. L'economia costruisce i suoi rituali su un bisogno neurofisiologico, non il contrario". "Uno studio classico ha dimostrato che i regali aumentano l'ossitocina, ormone associato alle relazioni di attaccamento - puntualizza Dornetti -. Gli umani sono animali sociali, deboli da soli, ma forti in gruppo". Ma non solo: i regali aumentano le funzioni cognitive. Uno studio del 2019 mostra come dopo lo scambio dei regali aumenti l'emoglobina ossigenata nella corteccia prefrontale e quindi le persone realizzano una performance maggiore ai test cognitivi.
"La cosa divertente - osserva Dornetti - è che lo studio prevedeva budget bassi. Quindi anche un piccolo regalo aiuta a pensare meglio, questo sia per chi lo fa sia per chi lo riceve". E ancora, i regali aumentano la felicità di chi li fa. Il primo studio del 2008, confermato da uno del 2020, dimostra che i livelli di felicità crescono in maniera significativa quando si fanno regali per gli altri rispetto che a sé stessi: "Confermando con le neuroscienze una lunga tradizione filosofica sull'egoismo del comportamento prosociale" dice Dornetti che rilancia: "Esiste lo 'spirito natalizio' nel cervello? Studio più folle delle neuroscienze è stato ricercare se ci fosse una differenza anatomica tra chi avesse e non avesse lo spirito del Natale. Effettivamente è stata trovata un'area natalizia che si attiva solo per i soggetti con spirito natalizio alla visione di immagini di Natale, mentre non si attiva negli altri (è un network molto antico nei circuiti parietali). È un'area connessa alla trascendenza quindi alla spiritualità".
Maurizio Costanzo