Firenze, 11 dicembre 2018 - In coda nelle armerie fiorentine c’è di tutto. La mamma vittima di uno scippo, la coppia di anziani rapinata in casa. Le studentesse che non ne possono più di essere seguite dal tampinatore di turno. E’ una clientela eterogenea, che abbraccia sia uomini che donne, quella dei negozi di spray urticanti le cui vendite hanno registrato un’impennata. «Negli ultimi sei mesi si parla di un incremento del 300%» spiega Luigi Montefusco, titolare di Gunshot, l’armeria di via Cimabue. «Le bombolette possono essere utili se usate correttamente ma in caso contrario possono trasformarsi da strumento di difesa a strumento di offesa» riprende. Con conseguenze disastrose: ad Ancona sei persone sono morte schiacciate dalla calca mentre tentavano di fuggire dal locale.
L’acquisto dello spray urticante è diventato legale dal 2011 e da allora sono in aumento le richieste. Le bombolette, infatti, sono in vendita liberamente in negozi come armerie, farmacie, tabaccherie e supermercati, oltre che sul web, dove le si possono acquistare a un prezzo che varia dagli 8 ai 20 euro. «Noi, invece, lo vendiamo solo a maggiorenni e l’acquisto online è vincolato al ritiro in negozio – prosegue Montefusco – la clientela è trasversale, sia uomini che donne. Però, più che come strumento anti aggressione, negli ultimi mesi viene preso per difesa domestica: sono tante le persone vittime di rapine e furti che non vogliono farsi più trovare impreparate».
Secondo i dati di Defence Systems, in Italia se ne vendono circa 50/60mila all’anno e purtroppo non tutti lo usano in modo corretto. Nell’ultimo anno a Firenze c’è stata un’escalation di brutti episodi legati all’uso improprio. Si tratta di bravate di ragazzini o di ladri professionisti che si mischiano nella calca, rapinano catenine e portafogli e per coprirsi la fuga spruzzano bombolette con sostanze stordenti. Solo due mesi fa, qualcuno ha spruzzato lo spray passando a tutta velocità davanti al mercato del Porcellino, tanti gli operatori che si sono riversati in strada nel panico generale.
Ma sono tanti anche i casi nelle discoteche fiorentine. Lo Space, per esempio, è stato vittima due volte in un mese. Nell’ultimo caso l’aggressore non l’ha fatta franca: a innescare il caos furono due ragazzi marocchini, uno dei due è stato intercettato nella ressa dai poliziotti e per lui sono scattate le manette. Non c’è ancora una strategia unica per difendersi da questi fenomeni ma gli addetti ci stanno lavorando. «Solo venerdì sera in un evento alla Fortezza abbiamo fermato e consegnato alla polizia due persone che stavano tentando una rapina, li abbiamo bloccati: avevano con sé lo spray al peperoncino» spiega Francesco Mereu, security manager della Secur&Secur.
«Ci siamo attrezzati con dei gate rileva metalli – prosegue Mereu – che abbiamo lanciato e utilizzato la prima volta lo scorso Capodanno, si assemblano in cinque minuti e possiamo portarli con facilità e usarli anche in manifestazioni temporanee».
«Nel corso degli eventi lavoriamo con i metal detector ma abbiamo iniziato con controlli di questo genere anche in alcune discoteche – sottolinea Paolo Poggi della Psa Security Group -, il problema sta a monte: gli addetti al controllo dovrebbero avere più margine di azione ed essere riconosciuti come incaricati di pubblico servizio. A ora lavoriamo in una situazione ambigua: per esempio, le perquisizioni all’ingresso di una discoteca possono essere visive e non possiamo mettere le mani in borsa o in tasca».