
’Apriamo gli occhi sullo spreco alimentare’ di Camilla Cordoni e Alice De Crescenzo
Il tema dello spreco alimentare è diventato protagonista nei dibattiti globali, a causa del suo impatto negativo. Ogni giorno grandi quantità di cibo edibile vengono gettate. L’obiettivo 12 dell’Agenda 2030 (programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità, approvato da 193 paesi membri dell’Onu nel 2015) prevede di dimezzare lo spreco alimentare, con la collaborazione dei produttori, dei distributori e di noi consumatori. Gettare cibo significa sprecare tutte le risorse che sono servite per la produzione: acqua, energia, carburante, suolo e impegno lavorativo. Servirà altra energia anche per smaltirlo e riciclarlo. Le conseguenze sono molteplici: gas serra che incidono sul cambiamento climatico globale, ma anche spreco di risorse idriche utilizzate per le coltivazioni e per gli allevamenti.
In un’indagine sulle mense scolastiche del progetto Reduce dell’Università di Bologna per il Ministero dell’Ambiente, è emerso che un terzo dei pasti preparati vengono sprecati. Solo in Italia le mense scolastiche forniscono oltre tre milioni di pasti al giorno: è intuibile quanto viene sprecato. Intervistando il personale della nostra mensa, abbiamo rilevato che per ogni porzione deve essere rispettata una grammatura precisa, determinata da una nutrizionista. La materia prima è interamente di origine biologica; il Comune concede la deroga soltanto se manca il quantitativo di produzione nel territorio.
Alla nostra proposta di istituire la ’Doggy Bag’, una delle cuoche ha risposto che il cibo nel trasporto, non mantenendo il giusto calore, rischierebbe la contaminazione. Secondo loro lo spreco alimentare non avviene in cucina, ma a causa delle nostre abitudini alimentari. Noi pensiamo che esse inizino sin dallo svezzamento, pertanto arriviamo a scuola con abitudini alimentari già consolidate. Dalle interviste fatte ad alcuni alunni della nostra scuola è risultato che la dieta non è molto varia, e che le verdure avanzano perché non abbastanza saporite: potrebbero essere cucinate in maniera diversa, magari con spezie e aromi. Le pietanze non consumate vengono gettate via: non si possono portare fuori dalla mensa. Non possiamo restare indifferenti. Abbiamo pensato a proposte risolutive: la ’Doggy Bag’, poiché crediamo che portare il cibo non consumato a casa sia la cosa migliore e l’ampliamento alle scuole secondarie del progetto ministeriale ’Frutta e Verdura’ che ci permetterebbe di proporre laboratori per cucinare verdure a scuola con l’aiuto del personale della mensa.