REDAZIONE FIRENZE

Spunta un acquirente Villa La Vedetta spera nella rinascita

Oggi al tavolo di crisi verrà fuori il nome del gruppo interessato. Un barlume di speranza per il caso simbolo della crisi del turismo

di Monica Pieraccini

FIRENZE

Nella drammatica crisi del settore alberghiero, un barlume di speranza potrebbe arrivare dalla vicenda dell’hotel Villa La Vedetta. Oggi in Città metropolitana si svolgerà la nuova riunione dell’unità di crisi dalla quale potrebbe uscire il nome di chi prenderà in gestione l’albergo di lusso. Un importante gruppo fiorentino avrebbe già presentato la manifestazione di interesse.

Il caso simbolo della crisi del turismo a Firenze è scoppiato a metà settembre, quando è stata annunciata la chiusura dell’attività e il licenziamento, poi scongiurato, dei 15 dipendenti. L’affitto di 44mila euro al mese era diventato infatti insostenibile per il gestore Immofin, che non ha poi raggiunto un accordo con il proprietario dell’immobile, la società Selva srl. Una buona notizia, dunque, che qualcuno sia fiducioso e voglia scommettere sulla ripresa del turismo nella primavera 2021.

In generale, però, la situazione resta molto critica. Senza fiere né congressi, con la mobilità nazionale e internazionale praticamente a zero, le strutture alberghiere fiorentine che avevano riaperto stanno tutte chiudendo di nuovo. A settembre quasi 400 dei 571 hotel della città metropolitana, cioè il 70 per cento, era aperto. Oggi la situazione è totalmente rovesciata, con il 90 per cento degli alberghi che ha chiusi i cancelli questa settimana.

E gli aiuti non ci sono: dal decreto Ristori arrivano "briciole". "La situazione del comparto alberghiero è sempre più difficile. Comprendiamo la gravità della situazione sanitaria e già prima dell’istituzione della zona arancione – commenta Giancarlo Carniani, presidente della sezione industria alberghiera di Confindustria Firenze – le presenze degli alberghi erano pari a zero. Ad oggi le strutture o hanno già richiuso o stanno per farlo, la maggior parte fino ai primi di dicembre, ma con la consapevolezza che le cose non cambieranno prima di molte settimane". Insomma i rischi per il comparto, prosegue Carniani "sono altissimi, con migliaia di lavoratori che fanno fatica con le poche risorse della cassa integrazione ed aziende allo stremo. Credo di non esagerare dicendo che la situazione adesso si fa drammatica. Ci sarà bisogno di nuove idee e sopratutto ristori significativi per permettere alle aziende di sopravvivere".