"Squalo bianco in estinzione nel Mediterraneo"

L’allarme dalla ricerca dell’Università di Siena "In pericolo per colpa delle attività dell’uomo".

"Squalo bianco in estinzione nel Mediterraneo"

Primo Micarelli e Letizia Marsili, i professori dell’Università di Siena che hanno condotto lo studio sullo squalo bianco

Un habitat completamente diverso da quello cui era abituato, con temperature delle acque sopra i 25 gradi; abitudini alimentari attuali che sempre più prediligono il consumo di pesce pregiato; e grande pesca ‘non selettiva’ che svuota i mari. Un mix di ragioni e ipotesi dietro una certezza: lo squalo bianco sta scomparendo dal Mediterraneo, dove è presente da 3 milioni di anni. L’allarme è lanciato da uno studio condotto dall’Università di Siena e dal Centro studi squali di Massa Marittima (Grosseto), promosso dal professor Primo Micarelli, docente dell’ateneo senese, con la professoressa Letizia Marsili, coordinatrice dell’equipe del dipartimento di Scienze Fisiche della Terra e dell’Ambiente dell’Università di Siena.

Secondo la ricerca, denominata ‘Monitoraggio e marcatura dello Squalo bianco nel Mediterraneo’, non è remota la possibilità che questa specie abbia superato il limite di non recupero, almeno nelle acque costiere italiane, dove è stata condotta. "Sopravvissuto all’estinzione dei dinosauri, lo squalo bianco rischia di finire nell’Antropocene, a causa delle attività legate all’uomo e al nuovo habitat da questo condizionato – rivela la biologa Letizia Marsili -. Il rischio è la perdita di biodiversità dei nostri mari: il grande predatore, al vertice della catena alimentare, non trova più nutrimento nel bacino del Mediterraneo, in un habitat completamente diverso da quello in cui è vissuto finora; dall’altra parte non ci sono gli adeguati controlli alla pesca industriale. Come invece avviene negli Stati Uniti: i grandi pesci cartilaginei pelagici non sono pescabili, in caso devono essere rilasciati e non sono utilizzabili nemmeno per finalità di ricerca. L’uomo è diventato lo squalo".

La ricerca sul campo è stata condotta dal 2017 al 2024, lungo le coste italiane del Mediterraneo, quindi in Adriatico, Tirreno, nel canale di Sicilia fino alle acque di Lampedusa, con impiego di tanti professionisti in 700 ore di osservazione, con l’ausilio di strumentazioni avanzate: "In sette anni di monitoraggio nessun esemplare di squalo bianco è stato avvistato – spiega il professor Primo Micarelli -. Abbiamo avuto solo rare segnalazioni di avvistamenti fatte da parte di imbarcazioni private, non confermate poi dai nostri sopralluoghi. Lo squalo bianco è ritenuto ‘critically endangered’, già dal 2016 dall’International Union for Conservation of Nature, ossia una specie in pericolo che corre un serio rischio di estinzione nel proprio habitat. E il Mediterraneo era considerato uno degli otto hotspot mondiali per la presenza e abbondanza di squali bianchi. La totale assenza di avvistamenti durante il monitoraggio sul campo può essere letto come superamento della soglia di non ritorno".

Paola Tomassoni