REDAZIONE FIRENZE

Squalo bianco in Toscana fin dal Pleistocene. Le sue tracce fra Torre del Lago, Fauglia e Livorno

La ricerca del Gruppo Gamps di Scandicci (Firenze), in stretta collaborazione con il dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Pisa

Squalo bianco

Firenze, 9 agosto 2023 – Lo squalo bianco è un frequentatore del mare della Toscana fin dal Pleistocene. È quanto emerge da una ricerca del Gruppo Gamps di Scandicci (Firenze), in stretta collaborazione con il dipartimento di Scienze della terra dell'Università di Pisa. Il Gamps da molti anni si occupa di ricerca e salvaguardia del patrimonio paleontologico regionale ed è riuscito a mettere a disposizione del mondo scientifico importanti frammenti di storia evolutiva del Mar Mediterraneo e la nuova ricerca effettuata insieme agli accademici pisani Alberto Collareta e Giovanni Bianucci, freschi di una recente scoperta che ha fatto il giro del mondo, il Perucetus colossus, parla della presenza dello squalo bianco nel Pleistocene in Toscana.

Il grande squalo bianco, spiega il Gamps in una nota, "è un abitante abbastanza raro e alquanto enigmatico dell'attuale bacino del Mediterraneo: in questa vasta regione sono noti denti fossili dal Pliocene inferiore in poi, ma testimonianze certe del Pleistocene si concentrano in poche località dell'Italia meridionale, e nel lavoro appena pubblicato sulla rivista internazionale Neues Jahrbuch für geologie und paläontologie vengono riportati nuovi e storici esemplari di squalo bianco dal Quaternario della Toscana, che forniscono dati preziosi sulla storia post-Pliocenica dei grandi squali bianchi nel Mar Ligure meridionale (un'area geografica del Mediterraneo occidentale dove i grandi squali bianchi sono attualmente rari)". Alcuni di questi reperti provengono dalle sabbie di Torre del Lago (Lucca), risalenti al medio Olocene.

“Un nuovo ritrovamento proviene da sedimenti del Pleistocene inferiore di Fauglia (Pisa). Tra molti altri fossili, la stessa località ha restituito anche un calcagno di foca monaca, suggerendo così una possibile relazione predatore-preda tra lo squalo e il pinnipede”.

Secondo il Gamps un altro record arriva dalle Secche della Meloria, al largo di Livorno, dove è stato recuperato un dente sul fondale marino. Insieme ai precedenti ritrovamenti pleistocenici dell'Italia meridionale, questi fossili toscani, conclude il Gamps, “evidenziano la plasticità ecologica dei grandi squali bianchi del Mediterraneo” che “hanno sempre frequentato la Toscana e lo faranno ancora".