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Stadio, Soprintendenza: c’è l’ok. Sì a un progetto di qualità

Soprintendente, le piacerebbe se il Franchi venisse coperto con una teca di vetro? «Tutto dipende dalla qualità del progetto: può essere l’occasione per tutelare l’opera, valorizzarne e far...

Andrea Pessina

Andrea Pessina

Firenze, 29 agosto 2019 - Il soprintendente Pessina è in attesa. Aspetta che «ci vengano a illustrare idee e progetti per la realizzazione del nuovo stadio o per il recupero del Franchi». L’incontro dovrebbe essere programmato a breve. E da Andrea Pessina arriva pubblicamente l’assist che fa tirare un sospiro di sollievo a Palazzo Vecchio e alla Fiorentina: un’apertura significativa sul restyling dello storico stadio del Campo di Marte. Un ok che vale per varie ragioni.

«Costruire un nuovo stadio a Novoli comporterebbe il rischio che il Franchi venga abbandonato a se stesso: un’ipotesi che ci preoccupa moltissimo», spiega il soprintendente all’Archeologia, alle Belle arti e al Paesaggio.

Una volta che la Fiorentina dovesse lasciare il Franchi «la manutenzione del monumento sarebbe un onere a carico del Comune, con costi difficilmente sostenibili per un ente pubblico», dice Pessina. Nel nostro Paese è anche troppo frequente assistere al deperimento di monumenti di pregio proprio per la scarsità di risorse a disposizione.

«Anche per questo sarebbe fortemente auspicabile trovare il modo di continuare a utilizzare il Franchi», argomenta Pessina. Soprintendente, le piacerebbe se il Franchi venisse coperto con una teca di vetro? «Tutto dipende dalla qualità del progetto, se sarà di grande qualità può essere l’occasione perfetta non solo per tutelare l’opera storica ma addirittura per valorizzarne e far risaltare le architetture di maggior pregio».

Pur ammonendo che «la proposta accettabile dalla soprintendenza non deve comportare uno snaturamento del monumento», Pessina non si scandalizza quando parliamo di demolizione e ricostruzione delle gradinate delle due curve.

«Siamo consapevoli che si tratta di una struttura in cemento armato e che avrà bisogno di molti interventi a prescindere dal fatto che resti uno stadio», spiega Pessina. Ma anche la destinazione d’uso ha la sua importanza. «Noi siamo per il recupero funzionale del monumento – dettaglia – Il Franchi è nato come stadio e mi auguro che possa continuare ad esserlo».

La tragedia dello scorso anno, con il crollo del ponte Morandi di Genova, ha cambiato completamente le prospettive a lungo termine di tutte le strutture realizzate in cemento armato. Quindi anche per il Franchi, monumento nazionale, si apre una nuova fase. E probabilmente, anche prima di quanto si possa immaginare adesso, potrebbero partire i lavori per trasformarlo in un impianto rispettoso della sua storia, bello e comodo per i tifosi.

Ilaria Ulivelli