L’esilio della Fiorentina: i possibili scenari

L’ipotesi emiliana priva di conferme. La sindaca di Empoli: “Nessuno mi ha cercato”. Interviene il presidente Giani

Lo stadio Artemio Franchi di Firenze

Lo stadio Artemio Franchi di Firenze

Firenze, 25 marzo 2023 – Lavori in vista per lo stadio a Firenze: la Fiorentina dovrà giocare lontano dal Franchi per due stagioni. Ecco i possibili scenari.

La sindaca fa muro, Empoli si allontana 

Nessuno ha cercato Brenda Barnini. Nessuno ha chiesto al sindaco se la città di Empoli è disponibile ad accogliere le partite che la Fiorentina dovrà giocare per due anni lontano dallo stadio Franchi, sottoposto ad un ampio restyling per volere di Nardella. Da queste parti nessuno ritiene che «Franchi inagibile, andiamo a Empoli» sia un sillogismo, una logica conseguenza, un qualcosa di gradito. Non bastano quei trenta chilometri di superstrada, talvolta percorsi in motorino da un’ondata di tifosi viola, a giustificare l’ospitalità. A Empoli, in pochi sorridono all’idea di ospitare per due anni la Fiorentina. E non è questione di rivalità calcistica, anche se, diciamocelo, a qualcuno il timore che «da Firenze vengano pensando di farla da padroni» è venuto. L’ipotesi che tutte le domeniche la città sia blindata per una partita di pallone è vista come fumo negli occhi. Le dimensioni della città sono da bomboniera, le abitudini di vita sono di alta qualità e no, migliaia di tifosi, strade bloccate, divieti di sosta, forze dell’ordine ovunque, il timore che possano accadere incidenti proprio non piacciono. Solamente i commercianti seguono la vicenda con attenzione, perché migliaia di persone in arrivo in città un paio di volte al mese non le hanno mai viste. Ma tant’è. I conti sono stati fatti senza l’oste, dove «l’oste» è l’amministrazione comunale che spera di non doversi sedere mai intorno a un tavolo con il Comune di Firenze. La lista delle esigenze empolesi sarebbe davvero lunga: garanzie di ogni genere sulla sicurezza, sulla viabilità, sull’ordine pubblico, sugli uomini delle forze dell’ordine da impiegare, su percorsi obbligati e chi più ne ha più ne metta. L’operazione che a Empoli (quasi) nessuno vuole non può essere a costo zero. Barnini da giorni va ripetendo che i problemi di ordine pubblico da affrontare sarebbero enormi e che non possono ricadere sui cittadini. «Nessuno mi ha cercata» ripete Barnini. E in cuor suo spera che nessuno lo faccia.

Valentina Conte

Giani si schiera: “Scelgo Castello” 

«Convincere i sindaci a ospitare le partite della Fiorentina? È una strada percorribile, ma prima serve chiarezza fra la società e il Comune di Firenze sulle condizioni d’uso del futuro stadio. E, da parte mia, continuo a ritenere che la soluzione sia Castello». A dirlo il presidente della Regione Eugenio Giani, dopo le perplessità mostrate dalla sindaca di Empoli, Brenda Barnini, sia per la reazione dei suoi concittadini che per le condizioni del Castellani. «Ho parlato con lei e con diversi sindaci toscani e, in generale, ho trovato una buona disponibilità a ragionare insieme – spiega il governatore – e ad affrontare il tema. Credo che con tutti loro si possa trovare una soluzione condivisa, ma serve prima chiarezza sul futuro stadio cittadino. Credo che se la società riceverà rassicurazioni ampie in merito sarà anche disposta a investire nella sistemazione di un impianto toscano. In caso contrario, immagino che diventerà più facile limitarsi ad affittare uno stadio a Modena o comunque fuori regione». Ma quali sono gli impianti toscani papabili? «Molti – spiega Giani –, quelli di Empoli, Siena, Livorno, Pisa e, con qualche difficoltà maggiore, Pistoia. Tutti impianti in cui si è giocata la serie A, ma che dovrebbero essere adeguati per poter ospitare il pubblico della Fiorentina. Sarebbero necessari investimenti. Ma, per i sindaci, sono convinto che si potrebbe arrivare a un accordo». Per Giani però l’ipotesi regina rimane un’altra: «Se ci fosse più di determinazione da parte di tutti, la soluzione ottimale sarebbe Castello, a Firenze. Lo stadio della Scuola Marescialli ha 7mila posti, ma potrebbe essere potenziato, creando una struttura utile anche in futuro».

Lisa Ciardi

A Modena non si può, Braglia inadeguato 

La Fiorentina guarda (anche) all’Emilia per risolvere il nodo stadio. La società viola per due stagioni, dalla metà del 2024 alla metà del 2026, dovrà emigrare dal «Franchi», oggetto dei lavori annunciati dal sindaco Nardella e nelle ultime ore alcune voci portano verso la scelta dello stadio «Braglia» di Modena come campo da gioco per i due campionati 2024-25 e 2025-26. Un’ipotesi che però al momento non trova riscontro nella città della Ghirlandina: interrogato al riguardo il Comune di Modena ha fatto sapere di non aver ricevuto nessuna richiesta da parte di nessuno, e in ogni caso lo stadio di Modena al momento non sarebbe a norma per quanto riguarda l’impianto di illuminazione né per i canoni Uefa e né per quelli della massima serie. Un ostacolo economico (né il Modena Fc né il Comune emiliano hanno intenzione di affrontare la spesa) che allontana l’ipotesi di Modena, che nell’impianto di viale Monte Kosica ha ospitato l’ultima volta la massima serie nella stagione 2015-16, quando fu il Carpi a giocare al «Braglia» per l’inadeguatezza dello stadio «Cabassi», mentre per trovare il Modena in A bisogna andare indietro fino al campionato 2003-04, l’ultimo dei gialloblù nel gotha del calcio. Inaugurato nel 1936, lo stadio «Braglia» è stato ammodernato nel 2001 e ritoccato per l’ultima volta nel 2003 e può ospitare 21.151 spettatori, con tre ordini di posto su quattro coperti (solo la curva ospiti è senza copertura). Considerata la difficoltà dell’opzione Modena, la Fiorentina si sta guardando intorno e sempre in Emilia ha sondato sia la disponibilità del «Tardini» di Parma che quella del Mapei Stadium di Reggio Emilia, impianto che però sarebbe fruibile al massimo per le coppe europee (come fatto dall’Atalanta durante i lavori al Gewiss Stadium) visto che nel fine settimana giocano già sia il Sassuolo proprietario della struttura che la Reggiana. Le altre ipotesi vanno verso Empoli o Perugia.

Davide Setti