EMANUELE BALDI
Cronaca

Stadio Franchi, il risiko dei 100 milioni. La metà Commisso, enti locali e governo per coprire il resto

La società verserebbe il 50% in cambio di una concessione quarantennale. Ma il controllo sarebbe totale. In campo Stato, Regione, Comune e Metrocittà

Lavori al Franchi durante un allenamento della Fiorentina

Lavori al Franchi durante un allenamento della Fiorentina

Firenze, 28 novembre 2024 – Un piano segreto sta prendendo forma e garantirebbe l’azionamento della bombola d’ossigeno finanziaria in grado di coprire le lacune economiche per il completamento dei lavori di restyling del Franchi. L’architrave sarebbe l’accordo in divenire tra il patron della Fiorentina Rocco Commisso e Palazzo Vecchio con in testa la sindaca Sara Funaro che sembra aver avviato con la Fiorentina un dialogo più costruttivo di quanto non fosse in un recente passato. Commisso si era già detto disponibile a contribuire al progetto del Franchi, subentrando nella seconda fase dei lavori (la prima, quella attualmente in corso, è ovviamente gestita interamente dalle ditte che hanno vinto la gara d’appalto del primo lotto) dove si delinea sempre più marcatamente la strategia del project financing (o una formula giuridica analoga) con la Fiorentina appunto in campo, non inteso come terreno di gioco bensì come organizzazione degli interventi nell’impianto di Nervi. Le condizioni poste da Commisso per mettere sul piatto una cinquantina di milioni sarebbero quelle di avere il “total control” sui cantieri – fedele al suo mantra molto americano del ’fast, fast, fast (veloce, veloce, veloce ndr) – e, ovviamente, di ottenere un corposo benefit in cambio dell’aiuto economico.

Un benefit spalmato nel tempo, visto che sul piatto ci sarebbe la concessione di quaranta anni o più dello stadio (non l’usufrutto come inizialmente qualcuno in casa viola aveva ventilato). Gestire il Franchi con la formula ’pacchetto pieno’ potrebbe così ingolosire la Fiorentina visto che, oltre al calcio, un impianto nuovo di pacca garantirebbe diverse possibili di introito, dai maxi eventi ai concerti. In quel caso si sarebbe poi da capire se e cosa la Fiorentina dovrebbe versare annualmente perchè 50 milioni per 40-50 anni sono un canone non oneroso per un impianto nuovo. Ciò detto saremmo a metà del guado perché all’appello mancherebbero ancora 50 milioni per completare i lavori (anche se, secondo le stime di alcuni, tra sky box e area hospitality altri cento milioni di euro, oltre a quelli già a disposizione, non basteranno).

Ed è qui che scenderebbero in campo gli enti locali con la Regione che avrebbe già dato un informale ok a mettere sul piatto 10-20 milioni per avere uno stadio pronto per gli Europei 2032. Dieci dovrebbe metterli il Comune. E la stessa cifra arriverebbe dalla Città metropolitana. Per gli ultimi 10 milioni ci sarebbe una disponibilità di massima con il ministro Andrea Abodi. L’ultimo tassello potrebbe dunque arrivare da Roma. Se il patto andasse in porto e i cantieri dovessero avere un’organizzazione diversa rispetto a oggi, più ’fast’ appunto, non è escluso si possa gudagnare un po’ di tempo rispetto alla consegna chiavi in mano dello stadio, ad oggi fissata per il 2029, data che fa storcere la bocca (per usare un eufemismo) alla Fiorentina e ai tifosi costretti a seguire la squadra in un impianto dimezzato anche se Palazzo Vecchio ha assicurato che per la festa del centenario, agosto 2026, la capienza dell’impianto dovrebbe già essere di almeno 35mila posti (non si sa ancora quanti dei quali coperti). Vedremo. Qualche novità sui tempi la si potrebbe già avere martedì, al termine del tavolo in prefettura al quale parteciparanno Fiorentina, Lega Calcio, il governatore Giani ma soprattutto il Comune di Empoli e rappresentanti del club azzurro. Se si trovasse la quadra per aprire il Castellani per alcune gare casalinghe dei viola (ma la sindaca ha sempre detto che vuole far giocare i viola al Franchi) gli operai al Campo di Marte potrebbero procedere in modo ancora più ’fast’.