CLAUDIO CAPANNI
Cronaca

Doccia fredda sul Franchi, il governo sblocca Venezia e snobba Firenze. Ma uno spiraglio c’è

Il decreto è stato firmato ieri dai ministri Fitto, Giorgetti e Piantedosi. Colloqui fra Roma e Comune, si lavora allo ’split’ dei finanziamenti. Anche i parlamentari fiorentini di Fratelli d’Italia mettono mano al dossier

Lo stadio Franchi di Firenze

Firenze, 5 luglio 2023 – La doccia gelata è arrivata ieri mattina. Ad aprire i rubinetti, l’annuncio del ministero dell’Interno d’intesa con quelli di Economia e finanza e Affari esteri: sì ai 93,5 milioni di euro per finanziare il progetto del Bosco dello Sport di Venezia. Un sì al nuovo stadio veneto definanziato dai fondi Pnrr lo scorso aprile insieme al progetto del Franchi. Ma se per Venezia i 93,5 milioni usciti dalla porta di Bruxelles sono rientrati dalla finestra del governo, per Firenze i 55 milioni mancanti restano fuori dall’uscio. Un colpo d’avvertimento sparato da Roma alla giunta Nardella a sei giorni dal ricorso al Tar contro il governo. Oppure una pietra tombale sui soldi per il nuovo stadio?

Secondo fonti di Palazzo Vecchio l’ipotesi più azzeccata è la prima. Anche perché l’ultima telefonata fra il ministro per gli Affari Europei, Raffaele Fitto e il sindaco Dario Nardella è proprio di ieri mattina, a margine dell’annuncio. Il messaggio tra gli addetti ai lavori è di timida fiducia: il governo non potrebbe lasciare mai a piedi una città intera e finanziarne un’altra. Anche perché, al dossier stanno lavorando intensamente pure i parlamentari fiorentini del centrodestra, primo fra tutti Giovanni Donzelli di Fratelli d’Italia. Ma per farlo le cose dovranno cambiare o il prossimo sparo rischia di essere quello fatale per il Franchi. Cambiare sì, ma in che modo? A dettare la linea sono i tempi. Il nuovo bando di gara per il restyling del Franchi dovrà chiudersi entro il 15 novembre. Al massimo entro l’estate quindi Palazzo Vecchio e Roma dovranno trovare la strada per coprire i 55 milioni mancanti. La prima soluzione è che il governo applichi quanto chiesto dal Comune proprio nel ricorso al Tar: il trasferimento dei 55 milioni dal fondo Pnc (il piano nazionale complementare al Pnrr) allo stadio Franchi, proprio come fatto per Venezia. Un passaggio complesso perché i 93 milioni di Venezia sono stati sborsati da Roma in virtù della motivazione ‘ambientale’, mentre il progetto del Franchi riguarderebbe unicamente lo stadio e non la rigenerazione del quartiere.

Il piano B invece è lo ’splitting’ dei fondi, il loro ’salto’ cioè su altri capitoli: convincere il governo a finanziare con 55 milioni altre opere o progetti oggi in rampa di lancio a Firenze e destinati a periferie, urbanizzazione, rigenerazione urbana e verde pubblico. Non lo stadio. In questo modo il Comune potrebbe trasferire risorse proprie, pari a 55 milioni, stavolta sul Franchi. Un travaso di fondi che renderebbe tutti contenti. In cambio Palazzo Vecchio potrebbe pensare di ritirare il ricorso al Tar del Lazio. Ma si tratta solo di ipotesi. Il primo a mantenere un basso profilo, ieri, però è stato il sindaco Nardella che non ha commentato. Lo ha fatto invece l’assessore allo Sport, Cosimo Guccione.

“Firenze chiede – dice – pari trattamento, altrimenti saremmo di fronte a una gravissima e inaudita discriminazione politica. Siamo felici per Venezia, con la quale abbiamo condiviso, passo passo, tutte le problematiche e le riunioni sui nostri due progetti: il governo ha trovato una soluzione per Venezia, dimostrando che è possibile finanziare questo tipo di interventi". Lo stesso teorema di Giani: "Un bell’auspicio - commenta il governatore - se il Governo ha provveduto a dare ciò che non dava il Pnnr per Venezia, lo può fare anche per Firenze ed è quello che adesso diventa un’aspettativa legittima".