FABRIZIO MORVIDUCCI
Cronaca

Staino Un museo sull’artista all’Acciaolo

L’annuncio del sindaco per omaggiare il vignettista morto: "Il suo patrimonio ha bisogno di una dimensione pubblica"

Staino Un museo sull’artista all’Acciaolo

Un centro di documentazione permanente sul lavoro di Sergio Staino al castello dell’Acciaiolo. Ad annunciarlo, il sindaco di Scandicci Sandro Fallani, nel corso della commemorazione laica del vignettista tenutasi martedì scorso nel salone de’ Cinquecento di Palazzo Vecchio a Firenze.

L’area individuata dall’amministrazione è quella che fu occupata un tempo dal ristorante gestito dalla condotta Slow Food di Scandicci che, guarda caso, si chiamava proprio da Bobo all’Acciaiolo.

L’attività chiusa da anni, lasciata dalla condotta cittadina, è passata a un’altra gestione durata ben poco.

Da allora è rimasta vuota, e tutti i bandi per una nuova proprietà che mandasse avanti la ristorazione sono andati deserti.

Così le stanze saranno trasformate in un luogo di cultura e di memoria, acquisendo una dimensione nazionale. "Il progetto era in fase di definizione da diverso tempo – ha detto il sindaco Fallani – grazie alla famiglia e ad alcuni amici di Sergio, il suo archivio è stato totalmente digitalizzato.

Per conservare questo patrimonio che aveva e ha bisogno di una dimensione pubblica, sono cominciati i contatti con l’amministrazione comunale. L’idea è stata subito quella dell’Acciaiolo. Abbiamo sentito il Mita; dovevamo chiudere l’accordo per l’uso degli spazi proprio nel giorno in cui Sergio è venuto a mancare". L’accordo sarà comunque chiuso in questi giorni, così potrà cominciare l’allestimento degli spazi di quella che sarà una sorta di dependance per Bobo, perché ovviamente la casa vera resterà la residenza di Staino sulle colline di Scandicci.

All’Acciaiolo però Bobo troverà una dimensione pubblica, uno spazio dove sorridere e ricordare il genio oltre che la dimensione civile del suo ideatore.

Sarà una nuova forma di servizio di Sergio Staino per la sua Scandicci, portare sulla ribalta un pezzo di città pregiatissimo ma per circostanze avverse finita fuori dalle rotte cittadine. Continuerà così a tenere alto il nome della città. L’idea è quella di utilizzare la struttura per una mostra permanente sul lavoro del vignettista, mettendola a disposizione del pubblico.