PAOLO GUIDOTTI
Cronaca

Stalle, emorragia no-stop: "Problema materia prima"

In Mugello sono rimasti in 14: in media producono 30 tonnellate al giorno. Vignini (Cooperlatte): "Serve trovare un’intesa contrattuale come in passato". .

Antonio Vignini, allevatore mugellano e presidente di Cooperlatte (FotoGermogli)

Antonio Vignini, allevatore mugellano e presidente di Cooperlatte (FotoGermogli)

Antonio Vignini, allevatore mugellano e presidente di Cooperlatte, la principale cooperativa che raccoglie il latte dalle stalle toscane, non ci sta. Il momento di crisi sta mettendo a dura prova il gruppo degli allevatori mugellani che da tempo sta fronteggiando una situazione di difficoltà che anche negli ultimi tempi ha visto la chiusura di altre due stalle.

Vignini lo ribadisce: "Il prezzo del latte rimane non remunerativo ed è causa, almeno in parte, della chiusura delle stalle. La bassa remunerazione non garantisce la continuità delle aziende, perché non consente un tenore di vita normale, personale e familiare; si è sempre impegnati nel lavoro, e spesso i giovani decidono di non continuare il mestiere, e salta quindi il necessario cambio generazionale. Invece la questione del ricambio è fondamentale: ci sono aziende agricole che chiudono e i figli vanno a lavorare come dipendenti in altre stalle di cooperative o di aziende più grandi che garantiscono loro il sabato e la domenica come festività, le ferie e uno stipendio dignitoso".

Oggi il distretto del latte mugellano – l’unico ormai a rifornire di latte "nostrano" la Centrale –, sta perdendo quote di produzione. Le stalle in Mugello sono in tutto 14: a Firenzuola ne sono rimaste due, altrettante a Barberino, una a Vicchio, sei a Borgo San Lorenzo e tre a Scarperia e San Piero, per una produzione media di 30 tonnellate al giorno. Così il presidente della Cooperlatte lo vuol ricordare: "Il problema vero è la materia prima, visto che di latte fiorentino e toscano ormai se ne trova poco. Noi allevatori abbiamo bisogno di poterlo conferire regolarmente, ma anche chi il latte confeziona e vende ha necessità di disporre del prodotto. Se finisce la produzione locale, a meno che non si voglia lanciare una linea con latte ungherese, che si fa? Dunque se la Centrale di Firenze vuole continuare a fare prodotti toscani un’intesa contrattuale bisognerà trovarla e parlarne in modo da poter arrivare a una mediazione, come si è sempre fatto, perché la filiera comincia dai campi e finisce sullo scaffale del supermercato, la filiera comincia dalle nostre mani, dal nostro lavoro. Il signor Mastrolia con la Centrale è in mezzo a questa catena, noi non chiediamo che di trovare un equilibrio, tale che le aziende possano continuare a lavorare dignitosamente, altrimenti le aziende chiudono". Non è quindi questione di preferire gli agriturismi... "Questa osservazione è davvero fuori luogo, e non so chi possa avergliela suggerita: non c’è una stalla mugellana che abbia chiuso e che sia stata sostituita da un agriturismo".

Paolo Guidotti