
Stangata alla banda dei furti in villa In via Barbacane colpo da 300mila euro
Tra i tanti furti messi a segno, anche quello in una villa in via Barbacane, dove portarono via tutto, proprio tutto: 300mila euro la stima dell’ammanco fatta dalla facoltosa proprietaria.
Il giudice Gianluca Mancuso ha risposto con una stangata nei confronti della banda di albanesi ritenuta responsabili di quel colpo e di tanti altri, a Firenze e provincia: condanne fra sei e i sette anni, nonostante lo ’sconto’ del rito abbreviato, per i quattro membri della batteria, Sokol Alija, 34 anni, Ervin Smaci, 32, Leon Smaqi, 27, Elindrit Gjataj, 35. Le condanne ai quattro hanno superato perfino le richieste del pubblico ministero, Christine Von Borries. Della miriade di colpi contestati, il più roboante è stato senza dubbio quello compiuto nel novembre dell’anno scorso in una residenza da sogno di via Barbacane.
Qui avrebbero agito tre membri della batteria, mentre il quarto sarebbe rimasto a bordo dell’auto pronto a ripartire.
Secondo quanto ricostruito, entrarono nella dimora dalla finestra della camera da letto al primo piano. E misero le mani su un vero e proprio tesoro, quello di una famiglia molto nota in città. Gioielli di ogni genere (un anello antico con uno smeraldo valeva da solo 40mila euro), orologi di lusso, pezzi pregiati d’arredamento.
Dopo ogni colpo, hanno ricostruito i carabinieri che li trassero in arresto, festeggiavano a tavola. Ed è proprio durante una di queste cene che i militari entrarono in azione. Il primo dicembre scorso, mentre ormai stavano loro addosso da giorni, li agganciarono a bordo di un’Alfa, in piazza Puccini. Li seguirono tutto il giorno e la sera li fermarono.
Molto decisi, determinati, cambiavano le macchine – prese a noleggio – per le ’spedizioni’. Il conducente arrivava in zona obbiettivo e restava fermo col motore acceso; uno scendeva in ricognizione; il conducente in attesa restava in contatto costante coi complici, per avvisarli dell’eventuale arrivo di pattuglie. La banda distruggeva e rubava: fatte saltare le serrature, afferrata tutto l’afferrabile, di valore, o di utile, lasciava l’appartamento devastato. Non lesinava sui ’ferri del mestiere’: smerigliatrici, grossi martelli, cacciavite, recuperati al momento dell’arresto. Avevano anche un fucile e munizioni.
ste.bro.