LINDA COSCETTI
Cronaca

Stazione di Firenze, viaggiatori senza posti a sedere. “Solo i passeggeri ‘vip’ si possono accomodare”

A spasso per Santa Maria Novella: la sala d’attesa chiusa dieci anni fa. I bagni costano un euro ma sono puliti. Grandi stazioni annuncia l’arrivo di 80 posti in zona biglietteria

Viaggiatori aspettano in piedi alla stazione Santa Maria Novella

Firenze, 15 febbraio 2024 – È la principale porta d’ingresso della città, la stazione di Santa Maria Novella. A un tiro di schioppo dalla Grande Bellezza. Ma la strada per riempirsene gli occhi non è così semplice. Quando arrivi zero sedute, occhiate indiscrete e prezzi non a prova di tutti i portafogli. La regola d’oro prima di salire sul treno? Munirsi di una valigia grande, robusta e comoda. Sarà utile per accomodarsi mentre aspettate. La sala d’attesa non esiste.

Il nostro viaggio ieri mattina parte alle 10: la prima cosa che salta all’occhio è la moltitudine di persone ’buttate’ sui propri bagagli in terra, su qualche gradino o ammassate sulla base delle ’vele’ pubblicitarie. Questo perché non solo manca una sala d’attesa, ma anche panchine e sedute per poter ingannare il tempo in stazione. A meno che tu non abbia un biglietto vip del treno e quindi si spalancano le porte della sala ’Lounge’ di Trenitalia. L’alternativa? Sborsare di 20 euro in aggiunta al prezzo del biglietto per entrare al caldo. Il freddo invece è gratis. Lo ha capito bene un nostro lettore che ha spedito un messaggio per manifestare la sua sorpresa e il relativo disagio.

«Mi hanno detto – scrive – che avrei potuto aspettare in un bar, senza consumare, tanto ci sono abituati... il problema è che alle 20 i locali chiudono e ci hanno sbattuto fuori. Avendo il treno alle 21, per un’ora circa abbiamo aspettato in piedi".

Il tempo si potrebbe ingannare bighellonando per la libreria, oppure mangiando qualcosa, ma la comodità non è delle migliori. E il resto come va? Bene, ma non benissimo. Basta domandarlo al portafogli. La situazione prezzi è presto testata: un caffè, 1,40 euro. Niente di sconvolgente rispetto a un caffè in centro. Mentre il prezzo medio di un pranzo è di circa 12 euro. Ma anche qui niente di impressionante. Se non fosse che (a parte la focacceria che aprirà tra qualche mese), di tipiche specialità fiorentine non c’è niente. Soltanto fast food e negozi etnici. Un supermercato su Largo Alinari, ma nient’altro. L’altra tassa da pagare? Sempre un euro, stavolta per un bisognino. Ecco ai binari a sperimentare i bagni che per diceria sono sempre sporchi. La verità? No, puliti e tenuti bene, se non fosse che bisogna pagare. Fino a due settimane fa e per diversi mesi i bagni erano stati trasferiti a metà del binario 5, per lavori di ristrutturazione. Stesso prezzo ma lontani e decisamente piccoli. Ma ora il problema è acqua passata. "La chiusura di questi mesi – spiegano da Grandi Stazioni – dei servizi igienici è stata una scelta per migliorare la qualità del servizio e siamo stati attenti a rispettare l’ambiente".

E i pendolari che ne pensano? Seduta sulla base di un cartellone pubblicitario AnnaPia, una sessantenne ben curata in viaggio per Roma dove vive la figlia racconta: "Non è possibile dover restare in piedi. Non c’è nemmeno una panchina per aspettare treni perennemente in ritardo. Mi fa male la schiena e dobbiamo sempre arrangiarci". Ma una buona notizia c’è. Proprio ieri l’annuncio di Grandi Stazioni: "C’è un progetto che è stato presentato alla Sovrintendenza per mettere, probabilmente nella sala della biglietteria 80 sedute riservate ai passeggeri". Non tutto sembra perduto, quindi.

Con il miraggio di un posto a sedere però occhio ai movimenti molesti intorno ai bagagli. Alle 11 brutta sorpresa per due anziani: eccoli chiedere aiuto alla polizia dopo aver subito il furto di un portafoglio. Gli agenti gentilmente li scortano fino ai taxi e li rassicurano. E per una ragazza in viaggio da sola? Occhi incollati addosso e quei complimenti che di complimento hanno veramente ben poco. Anzi.

Usciamo verso la fermata dei taxi. Nessun problema. Procede tutto bene, tanti tassisti e poca attesa. E infine un salto nel sottopassaggio che ospita la galleria commerciale. Il colpo d’occhio non è rassicurante. Borse ben strette al corpo e cellulari in tasca, catenine coperte, orologi pure e anelli girati al contrario, coperti dal palmo della mano. I mendicanti sono parecchi, tutti a chiedere soldi insistentemente. E altri accampati a dormire. Una famiglia, mamma, babbo e tre bambini, ci chiedono qual è la via più breve per arrivare ai binari ed evitare questa zona "disastrata". "Chiara stammi vicino che è meglio" perché si vede che la mamma è un po’ preoccupata e se la tiene stretta accanto. Certo, è un problema tanto che Grandi Stazioni per evitare i bivacchi aveva deciso di togliere la sala d’attesa. La mattina, i viaggiatori le trovavano in uno stato pietoso. Le stazioni sono da sempre l’approdo sicuro di chi non sa dove andare. Ma non per questo chi viaggia è obbligato a stare in piedi, buttato in qualche bar o ancora peggio seduto a terra. Scambiando la Grande Bellezza per grande scomodità.