"Anche un nome può fare la differenza". A dirlo è l’attrice viareggina Amanda Sandrelli che dal Teatro del Maggio di Firenze apre ufficialmente la terza edizione del festival ’La Toscana delle Donne’, organizzato dalla Regione Toscana e ideato da Cristina Manetti, capo ufficio di Gabinetto della presidenza.
L’attrice, vincitrice di quattro David di Donatello, sei Nastri d’argento e del Leone d’oro alla carriera, nella Sala Zubin Mehta, hapresentato il reading ’Relazioni pericolose’, che racconta la storia di ’Cavalleria Rusticana’ di Piero Mascagni, per voce di Santuzza, la fidanzata tradita di Turiddu, pronta a trasformare il suo dolore in coraggio, e a battersi per la giustizia e la sete di riscatto. ’Relazioni pericolose’ nasce da un’idea di Elena Marazzita per Aida Produzioni, in collaborazione con Mascagni Festival, con la regia di Marco Voleri.
"Il reading, scritto da Debora Pioli, è un po’ un modo per rigirare la frittata. Anche un nome ti può condizionare: così sostiene Santuzza" racconta Sandrelli prima di andare in scena. "Parliamo di condizionamenti: io mi chiamo Santuzza ma non è detto che sia una santa, anche se per gli uomini, si dice nell’opera, siamo o Lole o Santuzze" aggiunge l’attrice originaria di Viareggio specificando che "il personaggio vuole essere un po’ Lola e un po’ Santuzza. E visto il periodo storico dell’a meravigliosa opera di Mascagni, con musiche celestiali, la protagonista è molto attuale: vuole rivedere questi canoni". Secondo Sandrelli un reading, dunque, "per far riflettere il pubblico: una piccola idea che però è importante". Sandrelli interpreta, dunque, una donna in cui vivono l’orgoglio dell’amore ferito e tradito e la disperazione della donna che avverte di aver perduto il proprio uomo e la felicità. Ma Santuzza non è una che tace o che piange in silenzio, è provvista di quella forza che la spinge non a desideri di vendetta, ma di giustizia. Mentre al cinema sta ammaliando intere generazioni con l’interpretazione magistrale di ’Parthenope’ di Paolo Sorrentino, a teatro dà voce a un’altra donna libera. "Il messaggio che voglio lanciare le donne oggi? Probablmente che esistono anche loro, il tempo la fa da padrone. Io sono per andare avanti: vorrei vivere 250 anni per vedere cosa succede, come evolve il mondo. Forse, proprio perché sono donna, sento che le donne avranno un posto migliore. Ci vuole tempo".
Barbara Berti