REDAZIONE FIRENZE

Careggi, il professor Stefano vince il ricorso al Tar, resta associato di cardiochirurgia

Il suo ‘rivale’ Sandro Gelsomino aveva fatto sia un esposto in Procura che al Tar

Ospedale

Firenze, 1 dicembre 2019 - Un esposto aveva gettato ombre sul concorso per professore associato di cardiochirurgia a Careggi. In ballo c’erano due candidati, Pierluigi Stefàno e Sandro Gelsomino. Quest’ultimo aveva depositato in procura, tramite il suo legale, Niccolò Lombardi, un documento con il quale denunciava violazioni sulla partecipazione del suo avversario.

E dopo che il posto era stato assegnato al professor Stèfano aveva anche iniziato un procedimento al Tar Toscana.

Qualche giorno fa il tribunale amministrativo ha deliberato che è pienamente legittima la nomina del cardiochirurgo Pierluigi Stefàno a professore associato all’Università di Firenze. Lo ha stabilito il Tar che ha respinto il ricorso dell’altro concorrente, il professore Sandro Gelsomino. Stefàno si era aggiudicato quel posto prestigioso nel dicembre 2018.

Adesso i giudici amministrativi hanno stabilito che non c’è stata nessuna violazione della legge Gelmini, varata contro il familismo nelle università italiane.

E soprattutto nessuna infrazione della norma che prevede la riserva di una quota a chi non abbia già prestato servizio nell’ultimo triennio in Ateneo anche come ricercatore.

«In data 29 giugno 2018 – aveva denunciato Gelsomino – il sottoscritto a seguito di formale richiesta inoltrata all’Unifi, otteneva il curriculum allegato alla domanda di partecipazione al concorso, attestante l’attività scientifica e didattica del dott. Pierluigi Stefano».

Nel curriculum del medico, «non è indicata l’attività dal medesimo prestata a favore dell’Università degli Studi di Firenze nonostante abbia assunto l’incarico di professore a contratto presso la scuola di chirurgia vascolare dell’Università ed è infatti indicato quale ‘docente a contratto’». Gelsomino ha anche chiesto di acquisire la domanda di partecipazione presentata dal suo «rivale», per verificare come sia stata presentata sul punto in questione l’autocertificazione prevista. Ma questo atto gli è stato negato.

A giocare un peso decisivo per la nomina di Stefàno, spiegano i giudici del Tar, è «l’imponente attività cardiochirurgica»: oltre 10 mila interventi al cuore. Un dato, secondo il professor Gelsomino, non espressamente richiesto dal bando. Di diverso parere il Tar: «Una doglianza priva di fondamento per due motivi — si legge nella sentenza — Ben sapendo che l’attività clinica costituiva parametro di giudizio il professore Gelsomino avrebbe potuto indicare i dati della sua attività clinica». Inoltre «nemmeno in giudizio il ricorrente dà conto di un’attività chirurgica paragonabile a quella che può vantare Stefàno, facendo così dubitare che avrebbe potuto (anche solo in astratto) prevalere sul suo concorrente».

Il concorso per cardiochirurgia era stato bandito nel novembre 2017. Poco più di un anno più tardi Stefàno si era aggiudicato l’incarico. Per annullare quella nomina, il professor Gelsomino — ex cardiochirurgo di Careggi e ora professore ordinario all’Università di Maastricht, unico concorrente per quello stesso ruolo con 166 pubblicazioni in curriculum — aveva fatto di tutto.

am ag